L’Etna cambia ancora e di nuovo diventa imprevedibile. Dopo due mesi di parossismi continui, al ritmo di uno ogni cinquanta ore, dalla metà di marzo sembra essersi placata. Lunghe pause, anche di cinque o sette giorni, tra un evento eruttivo e l’altro. E ogni nuovo evento dura anche quindici ore, invece delle due a cui ci aveva abituati.
L’ultimo in ordine di tempo è iniziato la sera del 31 marzo ma si è evoluto durante la mattinata del 1° di aprile. Il Cratere di Sud Est riprende la debole attività stromboliana già verso le ore 20 della sera del 31 marzo ma fin da subito si registra qualcosa di nuovo. Una “anomalia termica” ovvero un rialzo strano della temperatura del suolo sul fianco sud del cono.
Poco dopo si scopre perché. Da una bocca effimera situata proprio su quel fianco inizia a fuoriuscire una copiosa colata di lava che si divide in due bracci, uno diretto a est e uno a sud-ovest. Contemporaneamente il Sud Est riprende i potenti boati e le fontane di lava che vanno in crescendo per tutta la notte. La mattina del 1° aprile l’attività è ancora intensissima, si nota anche una nube di ceneri leggere che si dirigono verso sud-ovest e costringono alla chiusura l’aeroporto di Catania.
I boati proseguono fino quasi a mezzogiorno. L’attività diminuisce soltanto nel pomeriggio inoltrato. (foto G.Musumeci)