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Quella dell’alba del 19 maggio sull’Etna è stata un’eruzione anomala. Nemmeno i vulcanologi se l’aspettavano, tanto è arrivata inattesa e quasi senza alcun segnale di preavviso. Come indica la nota rilasciata dal dottor Boris Behncke dello INGV:

“Un episodio di fontane di lava del tutto inatteso e un po’ diverso. In maniera del tutto sorprendente, intorno alla mezzanotte (orario locale) si è riattivata la “bocca della sella” al Cratere di Sud-Est, e fino all’alba ha dato uno spettacolo sublime, senza il dramma dei parossismi di febbraio-aprile, invece era quasi dolce, tenero.”
fr battiato
franco battiato

La fantasia popolare ha subito attribuito questo episodio così strano a un “saluto” , una sorta di “omaggio” che il vulcano ha voluto tributare a uno dei suoi abitanti più illustri – il filosofo e musicista Franco Battiato, morto il giorno precedente a 76 anni proprio nella sua casa di Milo – e la cosa sarebbe sembrata solo una coincidenza, se fosse finita lì. Ma la perplessità dei vulcanologi tinge un po’ di magia l’intero episodio. Certamente l’Etna non è nuovo a queste sorprese, ma quasi sempre si accompagnano a variazioni del tremore che questa mattina, invece, non ci sono stati. L’eruzione è durata poco più di 4 ore e si è estinta così come era iniziata. In sordina.

Dopo due mesi di silenzio totale, queste fontane luminose all’alba del giorno dell’addio a Battiato richiamano una sua canzone storica (Veni L’Autunnu) e le parole “sparaunu i bummi, subra a Nunziata; n’cielu fochi di culuri, n’terra aria bruciata”. Colori in cielo e aria bruciata che davvero il vulcano ha voluto donare al ricordo di questo poeta. (foto dell’eruzione sopra il titolo, di Grazia Musumeci)

Autore: Grazia Musumeci