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Senza freni, ma con un ritmo ormai costante, l’Etna continua le sue eruzioni praticamente giornaliere. Nella tarda serata di oggi, lunedì 22 febbraio 2021, a meno di 48 ore dall’ultima eruzione il vulcano torna a tuonare nel buio. Il comunicato INGV porta l’orario delle 22:56 quando informa tutti che:

” si registra un incremento in frequenza ed intensità dell’attività stromboliana al Cratere di Sud Est, con lancio di prodotti abbondantemente al di fuori dell’orlo craterico.Dalle 21:10 UTC circa l’ampiezza media del tremore vulcanico mostra un repentino ulteriore incremento; allo stato attuale l’ampiezza rientra nel livello alto.

La sorgente del tremore mostra un graduale spostamento verso il Cratere di SE, ad una profondità di 2500 m sopra il livello del mare. L’attività infrasonica risulta decisamente aumentata con un alto tasso di accadimento dei transienti infrasonici. Questi risultano localizzati in corrispondenza del Cratere di SE”

Magma primitivo

Durante la giornata di ieri si era sparsa la voce, tramite TG, che il magma eruttato dal vulcano fosse “raro, di tipo primitivo”. I vulcanologi hanno spiegato pazientemente che il termine “primitivo” è prettamente scientifico e indica, al contrario, un magma nuovo e vivace che potrebbe regalare questi spettacoli eruttivi ancora a lungo. Di raro, invece, non c’è nulla. Parossismi simili, e con uguale frequenza, l’Etna li ha manifestati decine di volte in passato. Basti ricordare le crisi continue del 2000 e le più recenti del 2013.

Nelle prossime ore saremo in grado di dare aggiornamenti più diretti e precisi. (foto  G Musumeci)


Autore: Grazia Musumeci