Se oggi possiamo provare l’esperienza emozionante di fare un pic nic dentro un cratere, di mangiare all’ombra di altissimi pini protetti dai venti dentro una conca naturale, lo dobbiamo a una enorme disgrazia che colpì questa zona e questa popolazione nel XVII secolo: l’eruzione laterale dei Monti Rossi.
E sembra davvero difficile immaginare la paura di quei giorni, la distruzione (sono anche chiamati “Monti da Ruina”, cioè della rovina), la morte mentre si passeggia o si fa sport nel verde, respirando aria pura di montagna. I Monti Rossi, o Pineta di Nicolosi, oggi sono un’oasi naturale molto ben tenuta e soprattutto un punto di riferimento per molti abitanti del fianco sud dell’Etna.
La nascita dei Monti Rossi
I Monti Rossi nacquero nel marzo 1669, uno dopo l’altro, dopo una violenta crisi sismica che diede via a una delle più spaventose eruzioni laterali dell’Etna. In pochi mesi – tutto terminò nel luglio di quell’anno – la lava scese fino a Catania e raggiunse il mare, percorrendo 15 km e cancellando paesi e la piccola economia rurale del tempo.
Fu questa l’eruzione che fece evaporare l’antico Lago di Nicito, alle porte di Catania, e che interrò il fiume Amenano che oggi esce in superficie soltanto in piazza Duomo, alla omonima fontana che ne convoglia le acque dal sottosuolo. La lava di questa eruzione distrusse parte del monastero dei Benedettini di Catania, costruito in città da alcuni monaci fuggiti proprio da un monastero di Nicolosi raso al suolo da un terremoto, un secolo prima.
La pineta oggi
Il nome Monti Rossi porta con sé due significati antichi: “monti grossi” (in dialetto) oppure “monti di colore rosso” – l’ultimo dei quali pare il più plausibile. Per quattro mesi, infatti, questi crateri eruttarono lava e illuminarono la notte di rosso! Grazie al terreno lavico che li ricopre totalmente, e dal quale si sono formati, il terreno presenta una fertilità unica e vivissima. Non stupisce quindi che le specie di piante selvatiche abbiano immediatamente ricoperto la zona, una volta spentasi l’eruzione.
I Monti Rossi oggi sono “esausti”, ovvero spenti per sempre. E la foresta di pini che li ha trasformati nei secoli ne è la prova. Oggi la pineta è una località organizzata per essere usata dagli abitanti e dai turisti. Aree pic nic, percorsi, sentieri da trekking, percorsi per la mountain bike, ma anche tiro con l’arco, bar, zone barbecue e un bellissimo Parco Avventura hanno fatto dimenticare – ma non troppo – il dramma da cui tutto questo è scaturito.
Il Parco Avventura della Pineta
Il Parco Avventura dei Monti Rossi di Nicolosi offre una serie di attrazioni ludiche montate, in modo assolutamente eco friendly, sugli alti pini che coprono i due crateri. In totale i percorsi avventura sono sette: tre per adulti, tre per bambini da 5 a 12 anni e uno per i piccolissimi. Prima di accedere a qualsiasi livello, il Parco fornisce le attrezzature di sicurezza adeguate (casco, imbragature, moschettoni…) e la possibilità di avere guide e istruttori al vostro fianco.
Oltre ai percorsi avventura, il Parco permette di festeggiare compleanni, di fare escursioni didattiche e organizza laboratori artistici e scientifici per i giovanissimi. Il Parco si trova in via Goethe a Nicolosi. Il biglietto di accesso unico è 4 Euro, ma per poter utilizzare più percorsi occorre pagare una sorta di cumulativo che va da 12 a 25 Euro a seconda del numero di persone, del tipo di percorso e della durata.
Gli orari di accesso sono dalle 10 fino al tramonto, tutti i giorni da luglio a settembre. Da maggio a luglio apre solo nei fine settimana. In inverno, invece, occorre prenotare prima ([email protected] oppure 388/7553812) in quanto il parco di base resta chiuso.