Pur essendo un vulcano sempre attivo e sempre pronto a dar spettacolo con le sue eruzioni, l’Etna da due anni a questa parte sembra aver preso una strana “accelerata”. Inquieto dal 2019, vivace nel 2020, dal gennaio del 2021 ha cominciato a scatenare episodi eruttivi con una frequenza davvero particolare. Inizialmente era addirittura un parossismo ogni 24 ore, poi l’intervallo si è diradato. A volte erutta ogni due o tre giorni, ma aumenta la potenza degli episodi. La gente comincia a guardare al vulcano con una nuova paura. Che succede sull’Etna?
Le fasi eruttive del vulcano Etna
Dopo il terremoto del 2018 che ha un po’ scatenato questa nuova fase vivace dell’Etna, gli esperti dell’INGV di Catania hanno tenuto numerose conferenze per spiegare cosa stava cambiando sul vulcano. Secondo i loro studi, l’Etna segue delle “fasi eruttive” quasi cicliche, che si ripresentano ogni dieci o vent’anni.
Per un decennio il vulcano erutta dalla cima, con episodi effusivi e tutto sommato calmi. Poi comincia a eruttare in modo esplosivo, spesso cercando vie alternative ai crateri sommitali e dunque causando eruzioni laterali e terremoti locali. Dopo di che magari ritorna a un altro decennio di quiete relativa e così via.
C’erano da tempo i segnali che l’Etna, dopo il “tranquillo” periodo del 2005-2015, stesse per cambiare nuovamente registro e dunque ci si aspettava da tempo queste manifestazioni parossistiche violente. Forse, però, non ci si aspettava che fossero così frequenti nell’arco di pochi mesi. E dato che l’eruzione laterale non è da escludere, in futuro, come si può spiegare alle persone la situazione senza creare panico?
I parossismi non dovrebbero preoccupare
I parossismi violenti, e frequenti, non dovrebbero comunque preoccupare. Perché sono uno sfogo di energia dai crateri sommitali che consente al vulcano di espellere gas e materiale. In caso contrario, questo causerebbe pressione interna e spaccherebbe il fianco anche a quote basse. Insomma, finché continuano i parossismi sommitali, forse siamo al sicuro da fratture laterali e terremoti.
Questi parossismi tra l’altro espellono il cosiddetto “magma primitivo”. Che non è una cosa negativa. Significa soltanto che il magma rimane pressoché invariato da quando viene risucchiato a quando viene espulso dal vulcano. Un magma che risale velocemente non ristagna, non cerca altre vie di uscita e quindi elimina il pericolo delle fratture a bassa quota. Almeno per il momento. L’Etna comunque è sempre imprevedibile.
Parossismi, uno spettacolo della natura
Tra il 12 e il 15 di marzo 2021, l’Etna ha prodotto il dodicesimo e il tredicesimo parossismo dall’inizio della nuova fase. Che avvengano di giorno o di sera, sono sempre uno spettacolo naturale affascinante e impressionante. Le colonne di gas e cenere, che hanno raggiunto anche i 12 km di altezza, sono state fotgrafate da ogni parte della Sicilia e della Calabria. Così come le altissime fontane di lava e le colate, che finora arrivano e si arenano senza problemi in Valle del Bove.
A parte il disagio causato dalla ricaduta di lapilli e sabbia nera, che ha prodotto problemi anche importanti in molti paesi pedemontani, non ci sono veri e propri pericoli per la popolazione. Se il fenomeno non si distribuisce equamente, potranno esserci danni all’agricoltura e alle grondaie. Ma solitamente i venti che cambiano costantemente in quota fanno sì che il disagio sia “ben suddiviso” su tutta l’area del vulcano.
Preoccuparsi? Non più di tanto. Basta seguire la bellezza della natura, armarsi di tanta pazienza e rassicurarsi con i comunicati e le attente spiegazione scientifiche dei nostri bravi vulcanologi – alcuni nomi tra tanti, Stefano Branca, Marco Neri, Boris Behncke – disponibili anche sui propri profili facebook.
(LE FOTO SONO DI G.MUSUMECI)