Quando non esistevano giornali, televisione e quando le scuole e i libri erano privilegio di pochi, la storia veniva narrata al popolo ignorante dai “cantastorie”. Questi personaggi raccontavano cantando fatti ed eventi avvenuti nel tempo, insieme alle gesta eroiche di cavalieri e re. A volte si accompagnavano con marionette o attori, altre volte solo con quadri dipinti a mano. L’Opera dei Pupi nasce in Sicilia per diffondere le gesta eroiche dei Cavalieri Cristiani che ripresero il controllo dopo la conquista musulmana dell’isola.
Si hanno notizie del teatro dei Pupi in Sicilia fin dal XVII secolo, anche se le prime testimonianze autentiche risalgono al XVIII. Nell’Ottocento questa forma di narrazione rappresentata arriva anche a Napoli e nel 2008 viene dichiarata Patrimonio Immateriale dell’UNESCO. Non è necessario avere un teatro, anche se ormai le maggiori compagnie di Opera dei Pupi ne possiedono quasi tutte uno, basta soltanto una scenografia in cui il puparo possa lavorare.
Come si Mette in Scena l’Opera dei Pupi?
Per mettere in scena uno spettacolo di Opera dei Pupi occorre avere innanzi tutto i pupi. Alcuni personaggi sono standard, obbligatori: Orlando, l’eroe – di solito vestito in armatura dorata e manto rosso, Rinaldo, Ruggero e il saraceno e nemico dei cristiani Ferraù. In alcuni teatri è presente anche un pupo di sesso femminile: Bradamante.
Per avviare lo spettacolo occorre: un palcoscenico visibile al pubblico e una struttura, dietro le quinte, sulla quale il puparo possa stare in piedi manovrando i pupi – grazie ad aste di ferro e spaghi grezzi. La struttura deve essere sempre di legno perché il puparo, con le scarpe, deve anche produrre il “rumore della battaglia”.
I pupi indossano armature di latta finemente decorata e mantelli e piume fissati a mano sulla struttura della marionetta, quasi sempre di legno con alcune parti di stoffa riempita di sabbia. In alcune scuole le facce dei personaggi sono di cartapesta dipinta a mano. I capelli e le barbe dei pupi sono quasi sempre ricavati da capelli e barbe vere!
Le Scuole dell’Opera dei Pupi
I pupi non sono tutti uguali. In Sicilia esistono due scuole principali di Opera dei Pupi, una occidentale (Palermo) e una catanese. I pupi palermitani sono di piccole dimensioni, totalmente snodabili, con braccia e gambe che si piegano e facili da manovrare. Appartengono a questa scuola anche i pupi di Alcamo.
La scuola catanese vede invece pupi molto grandi, alti come una gamba umana, con le ginocchia rigide. Appartengono a questa scuola i pupi di Siracusa e di Caltagirone. Una eccezione sono i pupi di Acireale, che sono rigidi come quelli catanesi ma di dimensioni piccole come quelli palermitani.
Le Storie che Narrano i Pupi
Le trame dei teatri dell’Opera dei Pupi si rifanno quasi sempre, sebbene in modo riadattato, ai poemi epici di Orlando Furioso, scritto da Ludovico Ariosto nel 1516, La Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso e alla Storia dei Paladini di Francia di Giusto Lodico (XIX secolo). Le storie non sono del tutto fedeli agli originali perché cambiate e arricchite, nel tempo, dalla tradizione orale.
Alcune particolarità sono state aggiunte di sana pianta dalla fantasia dei pupari, come ad esempio la “battaglia danzante” in cui i cavalieri si scontrano ferocemente in un combattimento che pare una vera e propria danza, ideato dai pupari Munna di Monreale.