Ma che combina l’Etna? Che sta succedendo al nostro vulcano? Dopo averci abituati a uno “standard” preciso con le sue eruzioni storiche e recenti, adesso è come se stesse sperimentando. Dal 2018 a oggi ha cambiato più volte il comportamento e l’ultima novità, dal 12 novembre 2023, sono queste mini eruzioni “stromboliane”. Ma non nel senso tecnico del termine, che indica il tipo di fontane di lava, quanto proprio nella modalità e tempistica!
L’Etna imita lo Stromboli
Dopo l’ultimo parossismo del 12 novembre, l’Etna ha iniziato a comportarsi … da Stromboli! Alterna infatti piccole serie di esplosioni con lunghi periodi di quiete. Abbiamo sperimentato sul campo, durante una giornata trascorsa in quota, che il ritmo è: una serie di 4 o 5 esplosioni e una pausa di 20-30 minuti, qualche volta 40. Proprio come lo Stromboli, che erutta continuamente con brevi pause di circa mezz’ora tra un mini-parossismo e l’altro. Ma come mai il grande vulcano imita quello più piccolino (in termini di età, perché poi lo Stromboli ha una bella mole sommersa!)?
Come sta cambiando e perché?
Abbiamo chiesto ad alcuni vulcanologi un parere su questo “cambiamento” dell’Etna. Ci risponde il dottor Boris Behncke: “Prima di tutto, dobbiamo accettare un fatto: tutto ciò che fa l’Etna è normale per l’Etna! Questo vulcano – che noi a volte chiamiamo amabilmente “vulcanessa” – ha l’assoluta libertà di far quello che le pare!”
L’Etna come immagine di una donna moderna ed emancipata, quindi. Ci piace l’idea! E quindi come ogni donna curiosa e vivace ama sperimentare? Continua il dottor Behncke: “Ricordiamoci che per secoli l’Etna ha prodotto eruzioni di fianco, con sparse attività sommitali e rari parossismi; negli anni 1950-70 il Cratere di Nord-Est ha fatto un’attività stromboliana persistente (non interrotta da intervalli di calma come adesso), accompagnata dall’emissione di piccole colate di lava”
Non sono fenomeni nuovi, ma …
Quindi si era già visto un comportamento così stravagante, in passato. E lo si era visto anche cambiare, per esempio, ci ricorda il vulcanologo “dalla seconda metà degli anni 70 sono diventati di moda i parossismi ‘a raffica’, mentre l’attività stromboliana persistente e le piccole colate di lava si vedono solo di rado”. Adesso, continua l’esperto, lo INGV ha l’impressione che l’attività si stia concentrando sempre di più ai crateri sommitali. Di eruzioni laterali più significative non ce ne sono state negli ultimi 15 anni (2008-2009).
L’Etna è sempre una meraviglia da scoprire
Quindi siamo tutti spettatori di uno spettacolo unico prodotto da una “montagna diva” che ama far parlare di sé, e ama sperimentare. Al momento quindi sta sperimentando mettendosi nei panni del suo vicino Stromboli e non sapremo a cosa serve questo cambiamento di registro finché non sarà lei stessa a “dircelo”.
Nell’attesa non resta che godersi il momento. E cioè: spettacolo di fuoco e rumore ma senza le tonnellate di cenere dispersa in aria, la quasi sicurezza che le eruzioni riguardino l’area sommitale – quindi nessun pericolo per i centri abitati. Una manna per i turisti, che però devono seguire le regole e i consigli della Protezione Civile ed evitare di andare all’avventura sul vulcano.
“Chi sale sull’Etna deve fare attenzione più al meteo che al vulcano” dice il dottor Marco Neri, perché il clima in cima alla montagna cambia senza preavviso e se si è poco attrezzati si rischia il congelamento. Ma soprattutto se ci si perde nella neve o nella nebbia si può finire anche in un canalone o, peggio, a ridosso di qualche sfogo bollente di vapore o di lava. Quindi, salite sull’Etna sempre in compagnia di guide esperte, affidandovi a tour operator che sanno il fatto loro! (LE FOTO SONO DI GRAZIA MUSUMECI)