Le guide e gli escursionisti duri e puri la conoscevano da tempo, molti la stanno riscoprendo solo in questo maggio 2022, grazie alla anomala mini-eruzione del cratere di Sud Est. La lava di questo evento eruttivo, infatti, si è diretta immediatamente verso la Valle del Leone e tutti hanno ripreso in mano le mappe per capire. Dove si trova questo luogo dal nome romantico e inquietante? Perchè proprio “del Leone”? Ci sono leoni sull’Etna? Ce ne sono mai stati in passato? Le spiegazioni sono molto più semplici di quanto non si pensi.
L’Etna e le sue tre valli
La più famosa di tutte è Valle del Bove (video qui). Nominata ad ogni eruzione, citata dai media di tutto il mondo, fatta ammirare tramite documentari … questa immensa depressione è nata circa 65.000 anni fa da una serie di frane e collassi del precedente edificio vulcanico. Da allora raccoglie le lave e le bombe vulcaniche delle numerose eruzioni dell’Etna. Di fatto forma un gigantesco fossato protettivo che difende dal pericolo tutti i paesi della costa orientale.
Ma quel che molti non sanno è che Valle del Bove è solo “la parte di mezzo” di una serie di tre vallate. Le altre due sono più piccole e si trovano una sopra e una al di sotto della immensa spianata. Sotto Valle del Bove un tempo sorgeva Val Calanna. Si trattava di una piccola conca di boschi e campi coltivati, ricca di verde e di fiori. Uno spettacolo che in primavera lasciava senza fiato. Meta di tanti campeggi, in passato, è stata tristemente cancellata dalla lunga eruzione laterale del 1991-1993, le cui colate di lava l’hanno riempita quasi del tutto.
A monte di Valle del Bove, sorge invece la Valle del Leone. Si trova proprio ai piedi del complesso dei crateri sommitali e quasi completamente circondata dal costone formato da Monte Nero delle Concazze, Monti Sartorius, Pizzi Deneri. Contrariamente alla romantica Val Calanna, e a Valle del Bove che mostra molteplici panorami, Valle del Leone è un vero e proprio deserto di roccia rossa e nera. Eppure ha questo nome che affascina e incuriosisce.
Valle del Leone, origine del nome
No, non esistevano leoni sull’Etna. Forse – qualche milione di anni fa – esistevano in Sicilia, ma non ci sono prove di ciò. Sull’Etna, certamente, non c’erano. Esistevano ed esistono mucche e buoi, i “bovi” da cui l’altra valle prende il nome. Ma … perchè qui si parla proprio di un leone?
Molte ipotesi si susseguono da sempre, nel corso dei secoli. Le due più probabili riportano al panorama che si gode dalla valle e alla potenza poetica della lingua siciliana. Da Valle del Leone si ammirano le cime del costone lavico sovrastante che – specie quando è in controluce – appaiono come una gigantesca criniera. Da cui, appunto, il riferimento al noto animale africano.
In alternativa, è probabile che il nome Valle del Leone sia solo l’italianizzazione del termine siciliano “vadduni”. Un “vadduni” è una grande valle, molto profonda e lunga, che di solito fa da contorno al letto di un torrente. In Sicilia si trovano numerosi “vadduni” sparsi per il territorio. E non stupirebbe se, ammirando questa depressione dall’alto, qualcuno l’abbia ribattezzato anche questa “U Vadduni”. Da “vadduni” alla traduzione italiana di “vallone” a “val leone” il passaggio è rapido e molto logico.
Escursione alla Valle del Leone
Le escursioni turistiche spesso costeggiano Valle del Leone. Solo raramente vi entrano dentro per attraversarla. Il percorso è già molto duro per raggiungerla, quindi se ne offre solo un “assaggio” agli escursionisti coraggiosi.
Di solito si parte da Piano Provenzana, dove si trovano i parcheggi e i servizi della base di Etna Nord. Si prosegue a piedi per molti chilometri – più di 10 – per arrivare a ridosso del cratere di Nord Est. Lì si effettua una pausa e poi si discende, passando appunto sul bordo di Valle del Leone. Dall’alto la si può ammirare dall’osservatorio di Pizzi Deneri o da Monte Nero delle Concazze. Da lontano, sul lato opposto di Valle del Bove, la si vede affacciandosi ai belvedere di Monte Zoccolaro e di Schiena dell’Asino.
Si potrebbe raggiungere Valle del Leone anche attraversando Valle del Bove. Ma questa è una escursione per veri duri e spesso per “lupi solitari”. In pochi si avventurano, anche perché occorre conoscere bene il vulcano e capire ogni minimo segnale di pericolo. Naturalmente, anche le escursioni turistiche normali sono soggette a improvvisi cambiamenti e stop, se non ci fosse la sicurezza assoluta di poter attraversare certi luoghi così vicini ai crateri vivaci del vulcano più attivo d’Europa! (la foto sopra il titolo è di Grazia Musumeci)