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Se non avete mai sentito parlare della Scacciata, non andate a cercarla su Google ma venite ad assaggiarla direttamente. Non si può capire, a parole, la bontà di questa ricetta tipica della tradizione natalizia siciliana, in particolare di quella etnea. Le “scacciate” in Sicilia sono diverse, ogni provincia ha la propria versione, e quasi sempre somigliano più alle pizze, con la medesima consistenza e condimento.

Quel che caratterizza la Scacciata Catanese, o Etnea, è la ricchezza e a volte la “esagerazione” dedicata al condimento. Questa ricetta rappresenta la cena di Natale, dunque in passato l’unico vero pasto festoso che poteva concedersi chi di norma non aveva soldi per mangiare. Bisognava esagerare per potersi poi godere le feste a stomaco pieno. Oggi, nell’era del benessere, la scacciata è più una gara di gusto che una necessità. E con i nuovi tempi aumentano anche le varianti.

La Scacciata Catanese

La scacciata come ricetta si diffonde in Sicilia tra il XVII e il XVIII secolo, prevalentemente nel mondo contadino. Infatti è una delle poche ricette siciliane che non prevede il pesce. Sono i frutti della terra e dell’allevamento che compongono questo piatto festoso, che non a caso un tempo si consumava soltanto la notte di Natale. Nella zona di Catania e nei paesi che sorgono ai piedi dell’Etna, questa ricetta si è arricchita nei secoli al punto da essere oggi un pasto più che completo.

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photo Lamagicacucinadiluisa

La ricetta base prevede: una pasta per pizza, stesa diverse volte per avere consistenza molto sottile, un ripieno a base di broccoli, cavolfiori, carne speziata – solitamente salsiccia condita – cipolla e formaggio tuma. Nel corso del tempo alla ricetta è stato aggiunto il pomodoro a pezzetti e più in là le olive, rigorosamente nere, e le patate. Il tutto viene irrorato di olio, condito con sale e pepe, coperto con un velo di pasta e infornato fino ad assumere la forma di una torta di pane dorata.

Le varianti della Scacciata

Intorno al XIX secolo, la Scacciata Etnea ha cominciato a differenziarsi. La ricetta standard, con la carne, si è separata da quella con patate, in cui questo prodotto sostituiva la carne del tutto. Nasceva quindi una variante “vegetariana” ante litteram della scacciata, composta da patate, broccoli, cavolfiore, spinaci, olive e formaggio tuma.

I nuovi tempi hanno imposto ulteriori varianti del piatto natalizio tradizionale. Esiste oggi la scacciata vegana, priva di formaggio e di carne ma con l’aggiunta di zucchine, rucola e sedano. O ancora, per chi non ama la carne di maiale, ecco la versione della scacciata standard che sostituisce la salsiccia con tritato di manzo o con carne di cavallo.

Oggi si trovano scacciate fatte con la pasta frolla per avere più leggerezza (ma sicuramente meno consistenza e il rischio di perdere in giro il condimento interno!), oppure scacciate con dentro le uova, con i wurstel al posto della carne, con l’aggiunta di acciughe e così via.

Le migliori Scacciate

Le Scacciate Catanesi sono ottime ovunque le vogliate assaggiare, sia a Catania città che nei paesi della provincia o nei paesini dell’Etna. La regina della preparazione della salsiccia è la cittadina di Linguaglossa, sul fianco nord del vulcano. Per cui se volete gustare una scacciata tradizionale gustosissima fate in modo di trovarvi là, il 24 dicembre! Ottime anche le scacciate che si preparano al centro di Catania e abbastanza rinomate quelle di Scillichenti, piccolo borgo del comprensorio di Acireale.

Sono buonissime pure le scacciate che si preparano a Militello Val di Catania, dove a questo prodotto è dedicata una intera sagra. Le scacciate migliori si comprano nei panifici, sebbene oggi anche molte pizzerie siano diventate esperte nella realizzazione di questo piatto. I più coraggiosi e intraprendenti possono provare certamente a preparare la scacciata anche in casa, purché abbiano un forno a legna. Nel forno normale la cottura è comunque buona, ma il gusto autentico è quello che ricava dal forno a legna.

La ricetta della Scacciata

Ce ne sono diverse, e tra tante è difficile scegliere, ma noi abbiamo scelto una delle più fedeli alla tradizione e ve la proponiamo:

IMPASTO: 600g di farina di semola di grano duro, 300 ml di acqua, 12g di lievito di birra, 20g di zucchero, 12g di sale marino, 3 cucchiai di olio —-mescolate il tutto insieme, impastate, quindi coprite e mettete in luogo chiuso e asciutto a lievitare per 3 ore. Dividete l’impasto in due parti, una grande e una piccola e stendetele a formare cerchi sottili.

FARCITURA: broccoli, o cavolfiore, o entrambi tagliati e lessati; cipolla rossa di Calabria; olive nere; pomodoro a pezzi o passata di pomodoro; salsiccia sbriciolata; patate lessate e tagliate; formaggio tuma.

PREPARAZIONE: sistemate il condimento per la farcitura sul disco più grande, arricciandone bene i bordi. Completate con sale, molto pepe, olio di oliva. Chiudete con il cerchio di pasta più piccolo, facendo ben aderire i bordi affincé non si aprano durante la cottura. Fate dei buchi sulla cima per evitare che la pasta gonfi e si spacchi.

Infornate a 180°C per circa 30 minuti(foto di: Siciliafan.it e Lamagicacucinadiluisa)


Autore: Grazia Musumeci