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L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – INGV – è l’ente che studia, monitora e fa informazione in merito al territorio e ai vulcani. Una istituzione necessaria in un Paese come l’Italia che di fatto è una immensa miniera geologica, sismica e vulcanica e fornisce continui spunti per la ricerca in questi settori. Eppure lo studio della terra e dei vulcani è una scienza molto giovane, nata nel XIX secolo, che oggi conta alcune eccellenze. Una di queste si trova proprio ai piedi dell’Etna, a Catania.

Storia dell’INGV

L’antenato dell’INGV è il Reale Osservatorio Vesuviano fondato nel 1841 dal re Ferdinando I di Borbone, a Napoli. Venne affidato al fisico Macedonio Melloni che per primo avviò le ricerche in campo geologico e vulcanologico. Fu lui a trasformare quell’istituto in un importante ente di ricerca, punto di riferimento anche dopo l’Unità d’Italia. Grazie al Reale Osservatorio Vesuviano, Mercalli poté studiare e ideare la scala sismica che porta il suo nome.

Un secolo più tardi, però, fu Guglielmo Marconi a unificare l’Osservatorio Vesuviano al suo istituto di ricerca geofisica creando, nel 1936, l’Istituto Nazionale di Geofisica. Lo studio dei vulcani, da cui tutto aveva avuto inizio, venne riproposto soltanto nel 1969, dopo la nascita a Catania dell’Istituto di Vulcanologia il quale originò altri istituti simili in tutta Italia. Le due ricerche infine si fusero nel 1999, quando lo ING divenne appunto INGV.

Come funziona lo INGV oggi

INGV 01
photo G.Musumeci

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia oggi si suddivide in più sedi e più settori. I centri più importanti sono quelli di Roma, Napoli, Catania e Palermo. Noi abbiamo chiesto al vulcanologo catanese Marco Neri di spiegarci meglio cosa fa, nel concreto, l’istituto per il quale anche lui lavora. Abbiamo così scoperto che lo INGV è un ente che arruola fisici, geologi, vulcanologi, ma anche studiosi dei fenomeni marini e tecnici informatici.  Fornisce il controllo su terremoti, rischio idrogeologico, movimenti di faglie ed eruzioni vulcaniche.

In particolare, lo INGV di Catania è il fiore all’occhiello dell’ente nazionale. Una vera eccellenza che fa scuola, e insegna a monitorare i vulcani anche a ricercatori stranieri – giapponesi, americani, europei. Dice il dottor Marco Neri: “Da sempre il nostro ente è concentrato sugli studi di ricerca, monitoraggio e sorveglianza dei vulcani attivi siciliani (dal Canale di Sicilia al basso Mar Tirreno, passando ovviamente per l’Etna) e della sismicità di Sicilia e Calabria meridionale”.

L’eccellenza di Catania

Ma come si svolge questo controllo? “Le attività sono suddivisibili in due grandi categorie: la ricerca ‘pura’ e le attività di monitoraggio e sorveglianza. I suoi ricercatori indagano un ampio spettro delle Scienze della Terra, e da tali studi traggono quei risultati consolidati ed affidabili che possono essere spesi in termini di monitoraggio e sorveglianza del vulcanismo e della tettonica, e che vengono applicati nell’ambito delle attività di Sala Operativa”.

La Sala Operativa è quella che trasforma la teoria in pratica. C’è sempre qualcuno che fa turno in Sala, e sono turni molto lunghi e spesso impegnativi – quando l’Etna è in eruzione, ad esempio, o in caso di allarme sismico. In caso di allerte, i tecnici che durante il turno recepiscono il dato di un evento valutano attentamente e avvisano Protezione Civile, autorità aeronautiche, Prefetture ed altri Enti deputati al controllo del territorio. “Una grande squadra di vulcanologi, sismologi, geochimici, informatici, deformisti, ecc. che oltre a controllare il vulcano si occupano in prima persona della manutenzione ed aggiornamento tecnologico delle reti strumentali esistenti sul territorio, composte da oltre 160 stazioni attive”.

Un lavoro instancabile che include anche conferenze, seminari, incontri educativi nelle scuole di ogni ordine e grado. Di recente l’attività dei ricercatori si è riversata anche sui social, sempre più presi d’assalto da domande, risposte e fin troppo spesso “fake news”. Il lavoro costante della squadra dello INGV di Catania controlla anche che non vengano diffuse notizie da panico e interviene prontamente e con grande competenza per informare nel modo corretto la popolazione.

(la foto sopra il titolo è del dott. Boris Behncke. vulcanologo INGV di Catania)


Autore: Grazia Musumeci