Nel territorio comunale di Randazzo, sul versante nord dell’Etna, sorge uno dei fenomeni più anomali e intriganti del mondo: un ghiacciaio perenne, situato nella pancia di un vulcano attivo. Il ghiacciaio perenne più meridionale d’Europa. È la Grotta del Gelo, una lunga galleria derivata dallo scorrimento lavico di un’antica eruzione (1614) poi solidificatasi. La proprietà tipica della pietra lavica, che trattiene le temperature interne, e il fatto che la grotta discenda parecchi metri nel sottosuolo con ampi spazi che consentono il passaggio di correnti fredde, fa sì che si formino al suo interno neve e ghiaccio. E vi si mantengano tanto a lungo da rifornire di acqua, in estate, l’intera costa a valle.
Un imbuto a quota 2043
Per entrare nella Grotta del Gelo si raggiungono e si superano i 2000 metri di altezza sul corpo del vulcano. A circa 2043, nella sciara che da località Timparossa sale verso la cima del vulcano, una fenditura simile all’apertura di un tunnel indica l’ingresso della grotta. La prima parte è a forma di imbuto e si restringe man mano che si cammina senza però impedire il passaggio. A 50 metri dall’ingresso ci si trova in una camera più ampia in cui la grotta si biforca.
Un primo ramo del tunnel si inoltra tra i ghiacci fino a diventare strettissimo e troppo piccolo per il passaggio dell’uomo. Il secondo tunnel, invece, scende sotto di esso ma con dimensioni più ampie, percorribili, e una grossa apertura a metà strada che consente la comunicazione tra i due canali. In tal modo la neve che scivola dentro l’apertura durante l’inverno arriva in profondità e, anche quando la parte iniziale si scioglie in estate, quella più interna resta gelata.
L’importanza della Grotta del Gelo
La Grotta del Gelo corre per 125 metri nel ventre dell’Etna e discende fino a 30 metri sotto la superficie. Non si può percorrere tutta perché in alcuni tratti le masse di ghiaccio ostruiscono i passaggi e inoltre nei punti più ripidi è troppo scivolosa e pericolosa per tentare di esplorarla fino in fondo. Eppure è una delle mete turistiche più richieste del vulcano.
L’importanza di questa località si deve soprattutto, come detto, al ghiaccio che trattiene dentro di sé e che nelle parti più profonde non si scioglie mai. Quello che si scioglie in estate, tuttavia, rifornisce di acqua buona i territori a valle del vulcano, allontanando la minaccia di siccità. Anticamente, dalle nevi eterne di questa grotta si ricavavano i gelati e i famosi sorbetti che hanno scritto parte della storia gastronomica di Sicilia.
Come affrontare la Grotta del Gelo
Per affrontare la Grotta del Gelo occorre avere buone gambe, tanto fiato, nessuna paura del buio e dei luoghi chiusi e pratica di alpinismo. Per raggiungerla si deve camminare parecchio: si parte dal parcheggio di Piano Provenzana (Linguaglossa, Etna Nord) e si segue il sentiero verso Monte Nero. Qui ci si inoltra in un bosco, seguendo le indicazioni in parte incise sui tronchi dei faggi. Si arriva poi al Rifugio Timparossa e da qui si seguono altre indicazioni in pietra (i cosiddetti “omini” – vedi foto a destra di Etna Walk) fino all’ingresso della grotta.
Meglio andare in primavera – quando la neve che tappa l’entrata si scioglie – e sempre con una guida esperta del posto. L’abbigliamento deve prevedere abiti pesanti e scarponi da ghiaccio; l’attrezzatura piccozze, corde, torce elettriche e l’importantissimo casco, da non dimenticare mai. Assicuratevi di portare con voi acqua e cibo energizzante, come piccoli snack o alimenti facili da mangiare durante la dura camminata. Seguite alla lettera i consigli della vostra guida, evitando di fare colpi di testa avventurosi da soli.