Se volete vivere una magia assoluta, fatevi accompagnare alla Grotta dei Lamponi, sul fianco nord dell’Etna. Letteralmente, qui, il cielo piove dentro, illumina il sottosuolo e rende tutto l’ambiente quasi fiabesco. Si tratta di una delle grotte più amate e più richieste, turisticamente parlando, in qualsiasi stagione. Ma come tutte le grotte è un ambiente imprevedibile e pericoloso, per cui è fortemente consigliato – se non quasi obbligatorio – andare con una guida esperta. Non dimenticate che siete su un vulcano, e che qui la terra “si muove” sempre. E nessun altro luogo come la Grotta dei Lamponi vi ricorda tutto questo.
Alla scoperta della Grotta dei Lamponi
La Grotta dei Lamponi è una delle tante grotte “di scorrimento lavico” dell’Etna. Quindi è stata creata dallo stesso scorrere della lava e dal raffreddarsi della sua crosta esterna. Tra le grotte di questo tipo è una delle piú lunghe, sul vulcano.
Si accede da una piccola apertura che si trova ai piedi di un ripido pendio. Si passa quindi dentro un cunicolo che sfocia in un ambiente largo, alto 2 metri e lungo circa 100. Al di sopra di questa prima galleria ne sorge una seconda, anche essa alta 2 metri ma lunga fino a 300 metri. Le due grotte non sono collegate, quindi per accedere alla galleria superiore si deve risalire il pendio e trovare l’apertura apposita.
La galleria superiore nel tempo ha subito numerosi crolli, tra cui quello più spettacolare della volta che ha aperto un enorme “lucernario” che oggi inquadra il cielo sovrastante. Ecco perchè, qui, il cielo entra sottoterra! La forma della grotta è a semicerchio, anche se in alcuni punti si allunga formando ellissi. È caratterizzata da numerose crepe, da materiale derivato dai crolli naturalmente, e dal vento che – proprio per via dei fori e delle aperture – è costante all’interno.
Perchè si chiama Grotta dei Lamponi
La grotta fu scoperta nel 1965 da alcuni escursionisti del Club Alpino Italiano in esplorazione sulle antiche lave, dette “dei Dammusi”. All’ingresso della cavità che trovarono sulla parete di questa parte della sciara cresceva rigogliosa una pianta di lamponi. Fu quindi automatico dare questo nome alla bellissima grotta di cui quella bacca era suo malgrado “guardiana”.
Non sarete sempre così fortunati da trovare i lamponi, fuori dalla grotta, ma al suo interno potrete comunque trovare del morbido muschio che cresce un po’ ovunque soprattutto sul pavimento. Con la luce che entra dai buchi del soffitto, i colori della roccia e il verde chiaro del muschio creano un insieme di tinte spettacolari che cambiano a seconda dell’intensità del sole.
Come si arriva
Per arrivare alla Grotta dei Lamponi attraverserete un paesaggio già molto bello. Dovrete infatti parcheggiare al Rifugio Ragabo, dentro la fitta pineta omonima che ombreggia la pista Altomontana. Seguite quindi questo sentiero per circa 8 km, fino al bivio che indica Lava dei Dammusi (video qui) e Timparossa. La grotta è indicata da una segnaletica a parte che indica un sentiero sopra le rocce laviche; seguendolo, dopo circa 50 metri, si trova la prima entrata.
Per arrivare a Ragabo, seguite la Strada Mareneve (sia dal lato est, Zafferana, sia dal lato nord, Linguaglossa) che scavalca il fianco nord-orientale dell’Etna. Questa strada è facilmente raggiungibile sia da Taormina che da Catania o Aci Trezza. L’aeroporto più vicino è quello di Catania.
LA FOTO SOPRA IL TITOLO È DI: Marcello Falco Flickr.com – FOTO NELL’ARTICOLO DI Nunzio Santisi Wikimedia.org.