In Sicilia ogni città ha una santa o un santo a cui si vota per avere protezione e speranza. Il culto cattolico ha sostituito così un antico paganesimo contadino che si legava a dei e dee della terra o del mare. La città di Messina si discosta un po’ dalla tradizione perché si vota direttamente alla Vergine Maria, sia nella festa del 3 giugno (Madonna della Lettera) che in quella dell’Assunta, il giorno di Ferragosto. Tra le due, la più spettacolare è certamente la seconda.
La Vara dell’Assunta
La tradizione fa risalire la storia della “vara” al XII secolo, dopo la riconquista cristiana della Sicilia da parte del Conte Ruggero. L’ingresso del Conte sotto il vessillo della Madonna e la sottomissione dei giganti pagani che così diventano simbolo della Chiesa d’Occidente (Mata) e della Chiesa di Costantinopoli (Grifone) sono la prima idea di processione celebrativa della Vergine Assunta in Cielo.
La “vara” vera e propria viene in un secondo momento, ovvero intorno al XVI secolo. Di norma con questo termine si indica una teca di cristallo, lunga come una bara (da cui il termine), in cui posizionare la statua o le reliquie del santo per portarlo in processione. Ma in onore dei sovrani queste teche venivano a volte posizionate in alto, per essere ben visibili sopra le ali di folla.
La “vara” della Madonna Assunta a Messina ha raggiunto nel tempo una notevole altezza, al punto che vi si potevano arrampicare sopra diverse persone. Normalmente si issavano in alto i bambini, inclusi i neonati, per “offrirli” alla Vergine. Ma una serie di incidenti nel corso dei secoli, con feriti e vittime, ha indotto la città a sostituire i figuranti veri con statue.
La Festa della Vara oggi
La vara della Madonna Assunta viene portata in processione ancora oggi, il 15 agosto di ogni anno. La struttura, in legno decorato e arricchita da decine di statue, è alta 14 metri e pesa 8 tonnellate. Viene portata a spinta da gruppi di devoti abilissimi che devono regolare i movimenti di questa alta torre la quale non ha ruote ma dei supporti simili a quelli delle slitte.
Di fatto la vara cammina scivolando sulle strade, sia sulle mattonelle di pietra lavica che sull’asfalto. Lo scivolamento viene favorito dalle autobotti che bagnano il piano stradale mantenendolo costantemente umido. In alcune occasioni viene spruzzato direttamente un misto di acqua e sapone per rendere più facile lo spostamento. I devoti che tirano la vara comunicano tra loro usando un linguaggio “marinaresco” farcito di parole come “gomene, timone, vogatori”.
L’itinerario parte da Piazza Castronovo e scende Via Garibaldi tagliando il quartiere Giostra per fermarsi solo davanti alla Prefettura in Piazza Juvarra. Il percorso prosegue poi verso Via Boccetta in cui è prevista una sosta per assistere ai fuochi d’artificio sparati dal porto. Si scende poi al Municipio dove avviene l’incontro e la sottomissione dei due giganti Meta e Grifone. Il momento più suggestivo è quello della acrobatica “girata” che richiede tutta l’abilità dei manovratori per evitare che la vara crolli sulla gente. Infine, sosta al Palazzo Vescovile e rientro al Duomo. (foto sotto il titolo: Grazia Musumeci — foto nell’articolo: Effems)