Il 18 gennaio verso le 21:30 l’Etna sorprende tutti ancora una volta e dà il via all’ennesimo parossismo inaspettato. O meglio, i vulcanologi sapevano che sarebbe arrivato, ma le persone no. Sembrava tutto relativamente calmo, con il cratere di Sud Est che – dopo tanti giorni di emissioni stromboliane – questa sera appariva mansueto. Invece era solo la quiete che, stavolta, precede la tempesta.
Una eruzione corale
Il tremore è aumentato vertiginosamente in poco tempo e, nonostante le nuvole a coprire la sommità del vulcano, un riverbero rosso ha fatto capire a tutti che qualcosa stava succedendo. Le prime esplosioni sono arrivate verso le 21:30, poi lo spettacolo vero e proprio con fontane di lava altissime.
Il cratere di Sud Est e le sue nuove derivazioni (cratere della Sella, nuova bocca Sud Orientale e altri conetti minori) hanno fatto la parte da protagonisti, con il parossismo più possente. Ma quel che sorprende non poco è che anche gli altri grandi crateri sommitali hanno partecipato: Voragine e Bocca Nuova in modo particolare. Una vera eruzione “corale”.
Dopo il parossismo, le colate di lava
Dopo il furioso parossismo diverse colate di lava, molto veloci, si sono riversate in Valle del Bove. Sono almeno quattro i bracci di fuoco che hanno preso il via dal Sud Est e sono discesi in direzione est-nord est dentro la conca desertica che si affaccia sulla costa jonica.
Verso le 23 i fenomeni esplosivi, accompagnati da boati ed emissione di cenere, sono terminati. Rimangono i fiumi di lava in rapida discesa sebbene anche questi siano ormai in fase di spegnimento.
Con questo episodio, la lunga fase eruttiva dell’Etna – iniziata a periodi alterni fin dal dicembre 2019 – sembra voler cercare una ennesima nuova svolta. Solo i prossimi mesi ci diranno in che direzione. I parossismi non sono più una espressione nuova, ma quasi una costante che si ripete di tanto in tanto.(le foto sono di G.Musumeci)