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L’Etna è entrato in una nuova fase parossistica, come d’abitudine per questo vulcano perennemente attivo e abituato a “cambiare atteggiamento” di tanto in tanto. Gli episodi caratterizzati da piccole esplosioni, con vivaci fontanelle di lava dal cratere Sud Est si ripetono con una certa costanza, anche se il brutto tempo delle ultime settimane ha nascosto lo spettacolo agli occhi della gente. I vulcanologi però sono sempre all’erta. E seguono i cambiamenti con occhio attento e strumentazione sempre pronta.

Etna “stromboliana”

Dalla metà di marzo sono già cinque gli episodi di “attività stromboliana”  registrati al cratere Sud Est dell’Etna. L’ultimo in ordine di tempo è avvenuto nella notte tra il 2 e il 3 aprile e, mentre scriviamo queste note probabilmente si sta già preparando il sesto.

Come ogni eruzione del Sud Est che si rispetti, anche questi episodi sono stati accompagnati da boati e da emissioni di cenere, sebbene la ricaduta sia stata limitata alle aree sommitali e la quantità non fosse eccessiva. L’attività stromboliana, come dice la parola stessa, richiama lo stile eruttivo del vulcano Stromboli: esplosioni ritmiche, con cadenze ben precise, molto rumorose ma con poca emissione di lava.

ETNA nuovo parox (1)
Eruzione sotto la luna

La situazione in quota

La situazione in quota, dopo gli ultimi due anni di eruzioni, è totalmente cambiata. Cancellati i crateri Bocca Nuova e Centrale, dominano su tutti Voragine (attualmente il picco più alto) e Sud Est con qualche “intrusione” del Nord Est.

Il Sud Est, nato negli anni Settanta e divisosi in due bocche durante i primi anni Duemila, oggi è tornato ad essere un unico cratere ma durante l’ultima eruzione ha mostrato diversi cedimenti. Sono state infatti tre (se non addirittura quattro) le fratture eruttive dalle quali le esplosioni del 3 aprile hanno acceso di colori il cielo. Tutte queste bocche, spiega il vulcanologo dott Boris Behncke, si sono formate nella cosiddetta “sella”, ovvero il confine tra vecchio e nuovo Sud Est, che oggi fa da collante.

In contemporanea, però, anche Voragine e Nord Est danno segni di inquietudine. Dalla Voragine vengono emessi di tanto in tanto grossi nuvoloni di cenere. Mentre il Nord Est invia segnali “vibranti” alla strumentazione INGV.

Cosa aspettarsi?

Come si interpretano questi segnali? Cosa ci si deve aspettare nei prossimi mesi? Molto probabilmente, spiegano i vulcanologi, una attività ben concentrata sulla sommità del vulcano. Potrebbe continuare così a lungo o sfociare in qualche grosso parossismo.

Lo sfogo dei crateri sommitali è positivo, per l’Etna. E per i suoi abitanti. Infatti, quando il vulcano riesce a liberare molta energia dai crateri principali non ne accumula nel sottosuolo e diminuisce il rischio di terremoti di faglia e di eruzioni laterali.

Molto probabilmente, quindi, l’Etna sta preparando qualche spettacolo turistico estivo, giusto per non smentire mai la sua abilità di “promoter del nostro territorio”! Certezze, comunque, non ce ne sono. Con nessun vulcano in generale, e con l’Etna in particolare. Potrebbe sempre stupirci sul più bello! FOTO DI GRAZIA MUSUMECI


Autore: Grazia Musumeci