La bellezza di un vulcano alto e antico come l’Etna si manifesta anche nelle sue caratteristiche di “montagna”. Infatti, diversamente da altri vulcani più aridi, l’Etna raggiunge altezze che gli consentono di avere stagioni ben definite e fenomeni ben definiti ad esse collegati. Il momento del disgelo delle nevi è uno di questi fenomeni affascinanti che, grazie alla natura vulcanica del suolo, assume forme e situazioni particolari. Esiste, ad esempio, un torrente che “vive” soltanto poche settimane o pochi giorni, e solo in primavera: il torrente Sciambro, o “delle Quaranta Ore”.
Dove si trova il torrente delle Quaranta Ore
Il corso del torrente inizia poco sopra la bottoniera dei Monti Sartorius, sul versante nord dell’Etna, e scende fino a tagliare il percorso della Strada Mareneve (quella che conduce a Rifugio Citelli e Piano Provenzana). Il suo letto, riconoscibile dalle pietre notevolmente levigate e più chiare rispetto alla lava comune del vulcano, si tuffa in un piccolo canale chiamato Vallone delle Quaranta Ore (video qui). Il torrente, quindi, è visibile dalla strada anche restando comodamente in macchina. Ma è certamente più interessante andare a seguirne il corso per un po’.
Perché “quaranta ore”?
Il nome ufficiale del torrente è fiume Sciambro, ma per la gente del posto è torrente Quaranta Ore, o Quarant’Ore. Questo perché viene alimentato esclusivamente dallo scioglimento delle nevi o dalle piogge primaverili d’alta quota, quindi si riempie d’acqua per pochi giorni l’anno.
In realtà, la sua vita dura più di quaranta ore, infatti spesso lo si vede attivo per settimane, tra aprile e maggio. Ma non sempre in modo continuativo. Certamente è un corso d’acqua che si manifesta durante un’unica stagione e rimane in secca durante i rimanenti dieci mesi dell’anno. Da qui il fascino e il privilegio di trovarsi sul posto proprio nel momento in cui il torrente è in piena.
Anche per via del fatto che non si può mai prevedere con esattezza quando le portate d’acqua arriveranno a valle, è sempre consigliabile seguire il percorso naturalistico del torrente insieme a una guida del posto, per evitare incidenti.
Il percorso
Una escursione sul letto del torrente Quaranta Ore inizia comodamente dalla strada carrabile e prosegue, con attenzione, lungo i bordi dell’alveo. Seguendone il corso si attraverseranno boschi e alcuni punti ripidi di terreno, per poi ritrovarlo poco più a valle.
In circa un’ora di cammino si raggiunge uno slargo circondato da pochi alberi che offre anche dei panorami sulla cima del vulcano. Da qui si può raggiungere, addentrandosi di nuovo nel bosco, il Rifugio Baracca. Se ve la sentite di camminare per un’altra ora tra sciare e pinete arriverete invece a Piano Provenzana. In alternativa, tornate alla macchina e andate a visitare i vicini crateri Sartorius comodamente.
Come arrivare
Per raggiungere il torrente Sciambro-Quaranta Ore basta percorrere la normale strada Mareneve che collega Zafferana e Milo a Linguaglossa, passando per il Citelli e per Piano Provenzana. Il torrente si trova molto prima del bivio per il Citelli, in linea d’aria più vicino a Milo che non a Linguaglossa – con la quale comunque fa comune, amministrativamente. Partendo da Zafferana Etnea si parla di circa 30 minuti di strada. Da Linguaglossa poco meno di un’ora. (foto di G Musumeci)