Esistono quadri a ricordo di questo evento che, per la violenza e la spettacolarità, alla fine del XVIII secolo, fece pensare davvero all’Apocalisse. Mentre in Francia si formava la visione nuova del mondo moderno, dopo la sanguinosa rivoluzione, nella Sicilia borbonica si vivevano attimi di paura quando – nel 1792 – l’Etna iniziò una eruzione che sarebbe rimasta nella mente degli abitanti di Zafferana per secoli. E anche a questa storia naturale si lega, poi, la tradizione religiosa locale. E ovviamente il turismo attuale!
Come iniziò l’eruzione del 1792
Dopo una lunga crisi sismica e diversi segnali premonitori, l’eruzione iniziò nel marzo 1792. La parte sommitale dell’ Etna collassò nella zona oggi nota come Pian del Lago formando un cratere (“la Cisternazza”) e una linea di frattura che nel corso dei mesi successivi si allungò da un capo all’altro del vulcano. In breve tempo si aprirono bocche eruttive sia dentro sia fuori il perimetro della Valle del Bove e la lava emessa sommerse quasi del tutto una collina nei pressi di Zafferana Etnea, il Monte Arcimis.
Evoluzione dell’eruzione del 1792
Nel giugno dello stesso anno altre bocche si aprirono a Serra del Salfizio, sopra la località oggi nota come Piano del Vescovo e a ridosso della Acquarocca degli Zappini. Copiosi fiumi di lava si diressero verso Zafferana Etnea, prima velocemente poi rallentati dalle colline e dai letti dei torrenti.
Mentre sul versante est si svolgevano questi eventi, anche il cratere centrale del vulcano entrò in eruzione. La lava si riversò in questo caso verso ovest, minacciando di raggiungere Adrano, anche se per fortuna si fermò parecchi chilometri prima.
Gli abitanti di Zafferana si prepararono a lasciare case e campi coltivati, raccogliendo le proprie cose e organizzando carovane di profughi verso valle. Non prima, però, di aver portato in processione la statua della Madonna della Provvidenza più volte fino al fronte lavico che ormai aveva quasi raggiunto le prime vigne del paese. Fu proprio in quel momento, quando sembrava tutto perduto, che nel maggio 1793 – poco più di un anno dopo l’inizio dell’eruzione – la lava si fermò improvvisamente. Il paese era stato risparmiato.
Visitare i luoghi dell’eruzione
In realtà i luoghi dell’eruzione del 1792 sono sotto gli occhi di tutti, sempre. La grande colata lavica di Serra del Salfizio, infatti, è oggi attraversata dalla strada provinciale 92 che porta i turisti alla funivia dell’Etna. Lungo il percorso ci si può fermare a Piano del Vescovo e ammirare, dal basso, le cime da cui partirono i fiumi di fuoco. La parte sommitale di Monte Arcimis sorge sulla sinistra di chi guida, mentre si sale verso Rifugio Sapienza, e si può visitare a piedi percorrendo poche centinaia di metri in mezzo alle rocce nere.
Se invece volete vedere l’avvallamento della Cisternazza dovrete salire in cima, usando magari la funivia e poi proseguendo con l’aiuto delle guide del posto, a piedi o in jeep. Lo troverete di fronte al cratere detto “Laghetto” e a pochi passi dall’orlo della Valle del Bove, lungo il tragitto che porta ai crateri sommitali.
Tra le sciare formate dalla lava del 1792 si aprono anche diverse grotte e tunnel. La più famosa è Grotta Tre Livelli che, come dice il nome, si suddivide in tre tunnel sovrapposti proprio accanto alla strada provinciale. Questo fa sì che si raggiunga facilmente anche in macchina, accedendo poi a piedi tramite pochi gradini di roccia. L’escursione in queste grotte non è complessa, ma è obbligatorio avere sempre una guida esperta accanto