Sono uno dei siti più interessanti di Sicilia, e purtroppo anche uno dei meno valorizzati. Le Salinelle di Paternò, fontane di fango e acqua sulfurei, si aprono naturalmente in diverse zone del territorio paternese. Le più estese sono in un terreno incolto accanto allo stadio comunale ma altre se ne aprono in contrada San Biagio e a ridosso del fiume Simeto (Salinelle del Fiume). Da ognuno di questi siti, il panorama dell’Etna all’orizzonte è spettacolare e sembra impossibile non collegare le due cose. Questi fenomeni vulcanici minori, questi piccoli geyser e vulcanetti di fango, sono una espressione periferica del grande vulcano? O sono del tutto indipendenti da esso?
Salinelle di Paternò, come funzionano
Le Salinelle di Paternò sono oggetto di studio ancora troppo recente. Si è cominciato a fare indagini su di esse soltanto nel XVIII secolo e per almeno trecento anni si è interpretata male la loro attività. Prima molti credevano che fossero una manifestazione di un vulcano nascente, poi si è pensato che fossero il residuo di un antichissimo vulcano in via di estinzione. Questa seconda teoria ha prevalso sulla prima perché le testimonianze storiche ci parlano delle Salinelle fin dai tempi dei Romani, che le usavano come stabilimento termale.
In effetti questi siti sembrano proprio dei vulcani in miniatura. Di base sono pianeggianti, e ogni tanto si aprono dei buchi nel terreno fangoso che iniziano a eruttare acqua sulfurea o altro fango. Dopo queste eruzioni può capitare che si innalzino alcuni piccoli coni di fango e dunque che il territorio cambi forma. Ma non si tratta di vulcani, piuttosto di fenomeni “legati” al vulcanesimo e a vulcani maggiori. Come l’Etna, appunto.
Le Salinelle di Paternò ricordano le Maccalube di Aragona, nell’agrigentino, o il sito dei vulcani di fango in periferia di Caltanissetta. Si tratta di fratture e fessure della crosta terrestre tramite le quali i gas del magma profondo trovano sfogo verso l’esterno. Ma non sono abbastanza potenti da far risalire il magma stesso. Dunque questi gas trascinano con sé soltanto i minerali e l’acqua che trovano lungo il cammino, eruttando fango all’esterno. A Paternò viene eruttato fango oppure acqua ricchissima di sale, infatti quando i cristalli salini si solidificano assumono colori incredibili che rendono il sito delle Salinelle quasi alieno!
Salinelle, il “termometro” dell’Etna
Gli studi moderni dei vulcanologi confermano, oggi, che le Salinelle di Paternò sono strettamente collegate all’Etna e al magma che viaggia nei suoi condotti. Sono un vero e proprio “termometro” che indica – con largo anticipo – se il vulcano erutterà o meno. Le Salinelle sono entrate in attività (aumentando l’ebollizione e l’eruzione di fango) sempre poco prima di grandi eruzioni dell’Etna.
I gas che emettono, e le quantità in cui li emettono, fanno capire quanto rapidamente il magma stia risalendo verso la superficie. Per questo in base all’eruzione delle Salinelle si può prevedere – non in dettaglio ma in generale – quando e quanto erutterà l’Etna. Se al termine di una eruzione del vulcano l’attività dei vulcanelli di fango non si calma, gli scienziati sanno che l’Etna “non ha ancora finito” e che ci si può aspettare altro.
Non è un caso se le Salinelle sono tenute sotto controllo strettissimo, come e forse più dell’Etna stesso. Pur essendo di base innocue, anche turisticamente affascinanti, per i vulcanologi sono in realtà un segnale importante da studiare sempre per capire meglio “l’umore” del vulcano maggiore.
Come arrivare e come visitare le Salinelle
Le Salinelle di Paternò, purtroppo, sono poco sfruttate turisticamente. Pur essendo uno dei siti più interessanti della vulcanologia siciliana sono spesso lasciate all’abbandono. Fino all’inizio degli anni Duemila, le Salinelle dello Stadio erano una discarica di spazzatura! Sono state ripulite e tutelate da Legambiente e da altre associazioni cittadine, ma tutt’oggi sono prive di sistemi di sicurezza e di recinzione.
Chiunque può accedere e soltanto dei cartelli scritti a mano indicano il percorso più sicuro e le avvertenze da rispettare. Le Salinelle dello Stadio si trovano in un luogo facilmente accessibile, in centro, con ampi parcheggi in cui lasciare le auto. Gli altri siti – San Biagio e Salinelle del Fiume – si trovano a pochi chilometri dal centro abitato. Sono accessibili ma sarebbe meglio farsi accompagnare da guide esperte, proprio perché il terreno è in piena campagna e dunque si rischia di mettere i piedi nelle “fosse” sbagliate.
Per arrivare a Paternò, si segue l’autostrada Messina-Catania A18, quindi si segue la tangenziale di Catania fino all’indicazione Misterbianco-Paternò che immette sulla SS 121. Da qui il percorso è dritto fino agli svincoli per Paternò. In città seguite le indicazioni per lo Stadio o per le Salinelle dei Cappuccini, nome ufficiale del sito dei vulcanelli dello stadio. (le foto sono di G. Musumeci)