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L’Etna non è solo un vulcano, ma un grande universo a parte, tutto da scoprire. Niente è “normale” quassù … si trovano betulle nordiche, alpaca al pascolo, cammelli e castagni di montagna. E ancora, fratture profonde del terreno, crateri trasformati in frutteti, ruscelli … perfino un ghiacciaio. Il vulcano si sviluppa per un’altezza di 3346 metri che varia in continuazione, a causa delle eruzioni che modellano la cima.

Sull’Etna non esiste un unico itinerario, ma decine. Oggi vogliamo consigliarvi su alcune bellezze da ammirare nel territorio del Parco Regionale, dunque al di sopra dei 1000 metri di altezza. Là dove termina l’ambiente umano e rimane solo quello naturale, selvaggio e bellissimo di proprietà del vulcano. Se avrete buone gambe e ottimi polmoni per le vostre escursioni sopra questa quota, vedrete molte cose interessanti. Qui ne ricordiamo alcune.

Crateri Silvestri

Questa bottoniera si aprì sul fianco sud-orientale dell’Etna tra il luglio e il dicembre 1892 ad un’altezza di circa 1900 metri.  Delle cinque bocche che li costituiscono, oggi sono famose due in particolare: Silvestri Superiore e Silvestri Inferiore. Il nome gli venne attribuito in onore del vulcanologo Orazio Silvestri morto poco prima della grande eruzione.

Non lontano dai due principali Crateri Silvestri sorge il complesso del Rifugio Sapienza e la base di partenza della funivia che porta in quota, a poca distanza dai crateri sommitali. Chi non ha tempo o voglia, o coraggio, di salire ad ammirare i crateri attivi del vulcano potrà fermarsi benissimo ai Silvestri. Oltre ai colori spettacolari che offrono, sono il perfetto paesaggio vulcanico da esplorare. In piena sicurezza, perché ormai spenti.

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CRATERI SARTORIUS

Crateri Sartorius

Sulla strada che da Fornazzo sale al Rifugio Citelli, sul fianco nord-est,  ci si può fermare a quota 1700 metri, presso l’ingresso al sentiero Monti Sartorius. Si cammina tra betulle spettacolari, lungo percorsi facili e per nulla faticosi che portano a sette crateri a bottoniera (tutti in fila) intitolati al geologo tedesco Wolfgang Sartorius von Waltershausen. I crateri si aprirono nel 1865, tra fine gennaio e giugno. Oggi sono delle bellissime colline panoramiche di lava nera, punteggiati di pini e betulle. Sono quasi tutti molto facili da scalare, accessibili anche a persone poco allenate e a bambini.  A pochi chilometri dai Sartorius si può scegliere di visitare il Rifugio Citelli oppure deviare verso la stazione sciistica di Piano Provenzana.

Crateri Sommitali

Salendo tramite funivia e furgone, o direttamente con il fuoristrada, dal Rifugio Sapienza si raggiungono i 2600 metri alla base della Montagnola. Questo gigantesco cratere spento si erge sul lato sud della spianata che sale fino ai crateri sommitali e si può scalare, se si è abbastanza allenati ed esperti. Ma se volete visitare i crateri sommitali è bene non perdere tempo con altri sentieri, perché vedere le bocche principali dell’Etna è già impegnativo.

In tempi di attività minore, o di normale degassazione, si possono condurre comitive fino alla base del Centrale, o del Nord Est e magari salire e ammirare dall’alto Bocca Nuova, Voragine e il complesso dei tanti crateri che formano il Sud Est. Tuttavia è sempre più difficile avere il via libera per salire fin qui, a oltre 3300 metri, tra esplosioni improvvise e sbuffi a volte pericolosi. In alternativa ci si “consola” con altri crateri vicini a quelli sommitali dell’Etna: i crateri Barbagallo, ad esempio, o il Cratere Laghetto.

Monti De Fiore

Questi giovani crateri risalgono all’eruzione che spaccò la terra a quota 1670 e a 1650 metri, nell’anno 1974. Si trovano sul versante occidentale dell’Etna e si elevarono in poche settimane fino a 70 metri. Oggi, De Fiore I e De Fiore II sono meta di escursionisti che li visitano continuamente, data la relativa facilità del percorso. Non lontano dai De Fiore si possono ammirare anche Monte Nuovo, Monte Arso e Monte Ruvolo.

Le grotte

Le grotte dell’Etna sono decine ed è impossibile visitarle tutte in poco tempo. Le più famose, tra

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SILVESTRI

escursionisti e turisti, sono principalmente Grotta dei Lamponi, Grotta della Neve, Grotta del Gelo e Serracozzo. La prima è una grotta creata dal canale di scorrimento della lava ed è un tunnel molto lungo che scorre sopra un secondo tunnel più breve. Grotta della Neve (detta anche dei Ladroni) si raggiunge facilmente dalla strada che sale al Citelli e si riconosce dai gradini che discendono nel fosso roccioso dove un tempo si conservava la neve per fare i gelati.

Serracozzo è una grotta spettacolare, grazie a giochi di luce dati dalle aperture in cima. Si raggiunge partendo dal Rifugio Citelli e imboccando sentiero Serra delle Concazze. Un percorso abbastanza arduo ma non impossibile per uno spettacolo unico di cui godere all’arrivo. Diverso il discorso per Grotta del Gelo. Situata a oltre 2000 metri di altezza, lungo un sentiero impervio e pesante – consigliato per lo più a persone allenate – contiene il ghiacciaio perenne più a sud d’Europa. In teoria non andrebbe disturbato nulla di questo ecosistema e dunque sarebbe consigliabile non entrare nella grotta.  Se proprio volete farlo, però, seguite solo le guide veramente esperte e qualificate e obbedite ai loro consigli.

Lungo la via per Grotta del Gelo si può ammirare la formazione rocciosa detta Monte dei Morti, per via delle corde di lava che da lontano appaiono come cadaveri ammassati.

Valle del Bove

Il ventre deserto dell’Etna, Valle del Bove, si può raggiungere sia da valle – da Zafferana Etnea – che dalla Montagnola, scendendo lungo enormi canaloni di sabbia. Il bello di questo percorso è sapere di trovarsi nel punto in cui si raccolgono quasi tutte le lave dell’Etna, avendo davanti in tutto il loro splendore i crateri sommitali. Si tratta anche di un luogo molto esposto, quindi è consigliabile andare solo con una brava guida e solo se le condizioni di sicurezza lo consentono. FOTO DI G.MUSUMECI


Autore: Grazia Musumeci