Uno degli itinerari più belli da seguire, per chi viene in Sicilia per la prima volta, è sicuramente quello che da Piazza Armerina porta all’Etna. Un percorso turistico che esplora alcune zone interne dell’isola, i loro segreti, mentre ci si avvicina al grande vulcano da una prospettiva diversa: quella occidentale. Piazza Armerina è una cittadina medievale in provincia di Enna, nota per lo più per la sua splendida villa Romana ricca di mosaici. Meta obbligata per un turista, ma tra antiche stanze e campi assolati c’è molto altro da vedere. Ecco due idee per il vostro emozionante viaggio da Piazza Armerina verso l’Etna.
Da Piazza Armerina ai “Calanchi”
Piazza Armerina è il punto di partenza del nostro itinerario in direzione Etna. Se siete a Piazza Armerina, sicuremente dovrete visitare la villa Romana del Casale. L’edificio, risalente al III secolo e recuperato nel 1950, mostra praticamente intatti gli ambienti nobiliari di una residenza estiva romana. I bellissimi mosaici sono quasi del tutto integri ed esprimono l’uso per cui erano state pensate le stanze: relax, pranzo, festa, bagno e così via.
Sono famosissime nel mondo le figure delle danzatrici “in bikini”, ma anche gli spettacolari mosaici giganti del corridoio cosiddetto “della Grande Caccia”. Il percorso archeologico si completa con un piccolo museo che raccoglie gli oggetti man mano ritrovati e collegati alla villa.
Da Piazza Armerina, l’itinerario prosegue verso Catenanuova, paese interessante per le chiese seicentesche e per il parco suburbano San Prospero, oasi di verde in mezzo a campi e radure spesso aride. Dirigendosi verso Catania, il territorio si trasforma. Diventa prima pascolo e poi distesa d’argilla. Nei pressi del paese di Sferro si possono ammirare “i Calanchi”, colline di argilla che cambiano forma e altezza a seconda della erosione degli elementi.
Non lontano da Sferro, ecco Paternò. La città mostra un bellissimo centro storico barocco e una collina sulla quale si erge il Castello Normanno (anno 1072), in realtà una unica massiccia torre di pietra lavica con la finestra bifora più grande del Meridione. Poco più su di Paternò si arriva già sul corpo del vulcano. Lo dimostrano le tante grotte laviche presenti nel territorio di Ragalna e il bellissimo Giardino Botanico Nuova Gussonea che riproduce la vegetazione etnea in ogni suo aspetto. Da Ragalna al Rifugio Sapienza, Etna Sud, sono solo pochi chilometri di strada.
Da Piazza Armerina ad Adrano
Una visita alternativa potrebbe partire da Piazza Armerina centro. La cittadina della villa Romana merita una visita più approfondita, in quanto il suo centro storico databile in un ampio periodo tra il XV e il XVIII secolo è ricco di architetture interessanti. La cattedrale, gigantesca, domina la città dalla cima della collina mentre castelli e palazzi barocchi abbelliscono le vie limitrofe.
Invece di scendere verso Catania, il vostro secondo itinerario vi porterà da Piazza Armerina verso
Regalbuto. Questo piccolo centro agricolo merita per la chiesa madre, edificio barocco dedicato a San Basilio. Proseguirete quindi verso nord-ovest, alla volta di Adrano. La piazza centrale – con la gigantesca Torre Normanna, la Chiesa Madre, il Monastero di Santa Lucia – rende l’idea del prestigio di questo centro. Fuori città sorge il bellissimo Ponte dei Saraceni sul fiume Simeto.
Da Adrano si arriva a Bronte, capitale del pistacchio, delizioso centro di epoca seicentesca che gravita intorno al vicino castello normanno di Nelson. Bronte è anche la porta occidentale dell’Etna e il consiglio, per chi segue questo itinerario, è di esplorare Piano dei Grilli. In mezzo a distese laviche antichissime, la strada serpeggia tra alberi giganti di ginestra e crateri spenti, con l’Etna – suggestivo – che si eleva sullo sfondo.
Luoghi da non perdere
Lungo il percorso dei Calanchi, non perdete: l’antica città di Piazza Armerina in contrada Montagna di Marzo; il fiume Simeto nei pressi di Paternò; le salinelle – i vulcanetti di fango – sia nei dintorni che nel centro del paese di Paternò.
Lungo il percorso di Adrano, non perdete: le forre (gole laviche) del Simeto; il comune di Maletto a poca distanza da Bronte; il lago Gurrida pochi chilometri più a nord dell’abitato di Bronte. (foto di G.Musumeci)