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Se volete vivere un itinerario insolito sull’Etna, battendo sentieri che quasi nessuno batte, vi invitiamo a seguirci dalla cittadina di Mascali fino all’albero detto Ilice della Caraffara. Un percorso un po’ lungo da fare a piedi, un vero pellegrinaggio di 3 ore che però chi vuole potrebbe anche tentare. Per tutti gli altri, l’invito è di andare per tappe. Tra Mascali e il famoso albero c’è tanto da vedere!

Partenza: Mascali

Mascali è un balcone affacciato su due panorami: da un lato la cima dell’Etna e dall’altro il mar Jonio. La cittadina è divenuta tristemente famosa negli anni Venti del secolo scorso quando, nel novembre del 1928, una eruzione laterale a bassa quota dell’Etna ha distrutto buona parte dell’abitato. Ma le radici di Mascali affondano in tempi lontanissimi.

Anche se oggi il nuovo abitato sorto su quella lava non lo dimostra, Mascali nel Medioevo era un feudo importante, e nel XVI secolo vantava il titolo di contea. Oggi i monumenti più significativi di Mascali sono le sue chiese ricostruite negli anni Trenta, i resti della cappella paleocristiana di Nunziatella, mentre il turismo di massa la ama per le sue spiagge sabbiose, come Fondachello e Sant’Anna. Noi, dal centro di Mascali, dirigiamo però verso il vulcano lasciandoci alle spalle il mare.

Nunziata

La frazione di Nunziata di Mascali è diventata famosa in Italia grazie al cantautore Franco Battiato che la eleva agli onori delle sue citazioni musicali nella canzone “Veni l’Autunnu” (sparunu i bummi, subra a Nunziata…). Ma in tempi antichissimi questo fu un luogo importante, soprattutto per le prime comunità cristiane della Sicilia orientale.

Scoperte molto recenti hanno riportato alla luce un impianto architettonico della chiesetta di Nunziatella risalente al V secolo dopo Cristo. La chiesetta era già uno dei monumenti più antichi di Sicilia, dato che era databile all’epoca Normanna. Ma queste ulteriori scoperte la collocano molto prima, nel tempo. E da poco è possibile visitarla in giornate ed eventi particolari per ammirare appunto tracce di affreschi e pietre d’epoca.

caraffara 2Sant’Alfio e i Magazzeni

Proseguendo verso l’Etna risaliamo dal borgo di Sant’Alfio, ammirando la sua spettacolare chiesa di pietra lavica affacciata sul panorama della costa. Ma Sant’Alfio è più famosa per il monumentale albero del Castagno dei Cento Cavalli, chiamato così perché talmente grande da accogliere sotto le proprie chiome un intero esercito.

Nel territorio di Sant’Alfio si aprono sentieri di montagna molto affascinanti, che conducono dentro i tanti boschi di castagno tipici del territorio. Tra questi sentieri quello che sale alla chiesina detta “dei Magazzeni”. Qui fu operato un grande miracolo e una colata di lava diretta verso il paese deviò improvvisamente salvando case e persone! La chiesetta con la cima dell’Etna sullo sfondo è molto suggestiva!

L’Ilice della Caraffara

A poca distanza dal sentiero che sale alla chiesetta dei Magazzeni, proseguendo lungo la Via Trisciala, si trova un agriturismo dentro i cui confini si può infine ammirare questo monumentale albero di quercia ilice. L’Ilice della Caraffara non è tra gli alberi più grandi dell’Etna (Ilice Carrinu e Trofa du Camperi sono di sicuro più grandi) , ma ha comunque una circonferenza di 2,50 metri e fa la sua bella impressione! Sotto i possenti rami di questa quercia centenaria termina il nostro piccolo viaggio, ed è ora di rilassarsi ascoltando i suoni della natura e i brontolii dell’Etna. Che qui è ovunque, anche dove non la vedi. (LE FOTO SONO DI GRAZIA MUSUMECI)


Autore: Grazia Musumeci