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Tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 l’Etna ha ricominciato a dare spettacolo in quel modo unico e affascinante che solitamente lo caratterizza. Ovvero, a sorpresa. Con fenomeni ed emissioni che lasciano stupiti per primi i vulcanologi. La domanda è sempre la stessa: ma cosa sta preparando, il vulcano? Quello che si sa al momento è che un po’ tutti i crateri sommitali sono “accesi” – Voragine, Nord Est, Centrale, Sud-Est (SEC), Nuovo Sud-Est (NSEC) – ma il nuovo protagonista delle eruzioni di questi giorni è il Cratere della Sella.

Come è nato il Cratere della Sella

Abbiamo chiesto al vulcanologo Boris Behncke dell’INGV di Catania di raccontarci cosa sia il Cratere della Sella e soprattutto come è nato. Iniziamo col dire che si chiama “della Sella” perché si è formato tra i due coni di SEC e NSEC, dunque sulla “sella” tra le due gobbe. Ma la sua è una storia travagliata.

“Questo cratere è nato già nel febbraio del 2013, quando fra le tante bocche del Nuovo Sud-Est attive durante i parossismi ce n’era anche una nella sella fra il vecchio cono e quello nuovo, ancora in crescita” ci racconta il dottor Behncke “Poi, durante i tanti parossismi di quell’anno, la bocca è stata ricoperta dai materiali eruttati e sembrava essere sparita completamente. Invece ha continuato a farsi sentire periodicamente”.

Cratere della Sella, il nuovo protagonista

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il profilo del cratere col fianco collassato

In effetti il neonato Cratere della Sella si risveglia il 28 dicembre 2014, quindi ancora una volta tra gennaio e febbraio del 2015. Infine si spegne – o almeno così pare – e rimane una doppia fossa a forma di 8 orizzontale che viene anche studiata dai vulcanologi nei due anni successivi. Ma non era finita.

Nel dicembre 2016 questa bocca ha cominciato a dare nuovi segni di vita, ed è stato là che è avvenuta l’attività eruttiva di febbraio-aprile 2017″ continua il vulcanologo Boris  “Quella attività ha creato il cono che abbiamo chiamato Cono della Sella, il quale dopo la fine dell’attività del 2017 presentava non meno di tre bocche; una quarta si è aggiunta durante la breve attività di fine agosto 2018″.

Il crollo improvviso

Tra il 2019 e il 2020 due fratture si sono manifestate a ridosso del complesso SEC e NSEC e hanno interessato anche il Cratere della Sella sul quale si sono formati ulteriori “buchi”. Tra l’estate del 2020 e l’autunno, a causa di numerosi crolli interni, tutte le spaccature presenti sul cratere si sono unificate formando una sola grande bocca.

La grande eruzione del 13-14 dicembre 2020, con esplosioni potenti ed emissione di lava, ha causato il collasso della parete meridionale del Cratere della Sella. L’evento ha disperso lungo il fianco ben due flussi piroclastici che si sono fermati in vetta, senza mai mettere in pericolo i paesi pedemontani. All’indomani dell’eruzione, si notava chiaramente un “balcone” dove prima esisteva il fianco meridionale del cono sulla sella dei due Sud-Est.

Attualmente il Cratere della Sella si presenta ancora così, spaccato su un lato, e tutt’ora molto attivo. Questo lascia pensare che potrebbe trasformarsi ancora, nel corso dei prossimi mesi o anni. E la sua trasformazione causerà notevoli cambiamenti anche alla cima dell’Etna, continuamente in evoluzione. Ancora una volta il grande vulcano siciliano si dimostra una fonte inesauribile di sorprese e interessanti motivazioni di studio scientifico, tutti da scoprire. (foto di Grazia Musumeci)


Autore: Grazia Musumeci