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I Monti Centenari sono stati a lungo i testimoni di una terribile quanto spettacolare eruzione dell’Etna, avvenuta il 20 agosto 1852 e durata quasi un anno (si concluse nel maggio del 1853). Chiamarli “monti” può sembrare esagerato, infatti sono poco più che colline – piccoli crateri che emergono dalla base occidentale della Valle del Bove. Un tempo, però, furono alti e terribili. Presto verranno del tutto cancellati, perchè si trovano in un punto in cui si raccolgono tutte le lave delle eruzioni sommitali. E quindi, come in una fiaba, possiamo dire “c’erano una volta i Monti Centenari”. Ma finchè ci sono, anche solo un po’, andateli a visitare con le escursioni appositamente organizzate.

Come nascono i Monti Centenari

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photo Pianeta Rosso Flickr

Il 20 agosto 1852 la pressione del magma accumulato nel ventre del vulcano spaccò la superficie lungo la parete ovest della Valle del Bove, formando due bocche eruttive che emisero un totale di 120 milioni di metri cubi di lava. I fiumi di fuoco superarono ostacoli e vallate, arrivando a minacciare da molto vicino il paese di Milo, Zafferana e soprattutto la sua frazione di Caselle. Alcune proprietà terriere vennero travolte dall’eruzione ma in generale i paesi pedemontani si salvarono dalla furia del vulcano.

L’eruzione, durata quasi un anno, vedrà anche notevoli ricadute di cenere, piogge acide e l’apertura di bocche minori a seguito dei Monti Centenari. Il nome verrà dato a questi due crateri nel corso del successivo secolo XX, a sottolineare il loro essere unico ricordo di una delle eruzioni più importanti e – allora – più “antiche” nella memoria della gente del luogo. Dalla metà del secolo scorso i Monti Centenari sono divenuti meta di interessanti percorsi turistici. Oggi, a causa delle tante eruzioni sommitali che hanno riversato fiumi di lava sul sito dei due crateri spenti, seppellendoli, resta visibile solo la cima del più alto dei Monti Centenari, ridotto appunto a una collinetta.

Come i Monti Centenari crearono un pittore …

All’eruzione dei Monti Centenari è dedicato un bellissimo quadro del pittore Giuseppe Sciuti. E proprio a questi crateri, l’artista doveva la sua fortuna. Figlio di un proprietario terriero di Zafferana Etnea, era stato inviato a studiare fuori dalla Sicilia per imparare a gestire economicamente le ricchezze di famiglia. L’eruzione travolse le vigne del padre, riducendo al fallimento l’azienda. Il giovane dovette quindi rientrare in Sicilia e trovarsi un lavoro. Divenne apprendista di un noto decoratore, che di fatto gli insegnò l’arte della pittura – mestiere che egli amava più degli studi di economia – trasformandolo in uno dei pittori più famosi del meridione nel XIX secolo.

Per arrivare ai Monti Centenari

Le escursioni per arrivare ai Monti Centenari – o meglio alla unica cima superstite dei Monti Centenari –  possono seguire diversi itinerari. Si tratta comunque di percorsi duri, adatti a gente allenata e preparata, da fare possibilmente con le guide del posto. Uno dei percorsi più battuti parte da Pietracannone, sul fianco nord-est del vulcano, e scende in Valle del Bove tramite ripidi canaloni di lava e deserti di roccia. Una volta raggiunti i crateri si torna indietro alla base. Il tempo impiegato in totale è di 8 ore e 30 minuti.

Un altro sentiero è quello che scende in Valle del Bove da Schiena dell’Asino. Bisogna prima raggiungere il belvedere di Schiena dell’Asino, partendo da Etna Sud e percorrendo un itinerario in parte ripido e in parte pianeggiante. Quindi si scende in Valle del Bove costeggiando alcuni crateri storici tra cui i Monti Centenari. Anche questo percorso si svolge in 8 ore, e anche questo è consigliato a persone allenate alla montagna e in buona salute.

I più temerari scendono in Valle del Bove scivolando giù dalla cima, lungo i canaloni pieni di sabbia vulcanica, per “atterrare” sul fondo della valle – ammirando così i Monti Centenari – e proseguendo poi il percorso (durissimo!) fino a Zafferana Etnea.


Autore: Grazia Musumeci