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Per molti siciliani over 50 Val Calanna è sinonimo di campeggi. Questa piccola valle che si apriva all’imbocco della ben più grande Valle del Bove era un’oasi di verde e di boschi che accoglieva ogni estate comitive di giovani esploratori. Un ricordo che le generezioni future non vedranno più, perché è stato ormai cancellato dall’Etna.

Come Valle del Bove, anche Val Calanna si è formata milioni di anni fa dal collasso del precedente apparato vulcanico etneo. Salto della Giumenta è il dislivello che dimostra questo antichissimo evento, ancora oggi. Adesso si può passeggiare “sopra” Val Calanna ma tutto il bello che questa valle conteneva in passato è andato perduto.

Val Calanna prima del 1991

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mapio.net

Prima dell’eruzione del 1991, Val Calanna era una piccola conca (come si vede nella foto a fianco di Mapio.net) che – a differenza della desertica Valle del Bove – appariva ricchissima di vegetazione, sorgenti e campi.  Al suo interno sorgevano boschi, alcune cascine agricole e soprattutto una serie di fonti che ristoravano i camminatori e fornivano acqua fresca al sottostante paese di Zafferana Etnea.

In estate molti campeggiatori montavano le proprie tende in questa piccola oasi con lo spettacolo del vulcano che si innalzava di fronte. I contadini fornivano prodotti della terra genuini e la vacanza era all’insegna della natura a trecentosessanta gradi. Gli anziani oggi ricordano ancora quella valle e la descrivono ai figli che, al suo posto, vedono soltanto una enorme sciara nera.

L’eruzione che cambiò tutto

Il 14 dicembre 1991 iniziò la più lunga eruzione del XX secolo. Durò 473 giorni e partì  da una serie di fratture apertesi alla base del Cratere di Sud Est. La frattura si spinse fino ai 2.200 metri riversando la lava in Valle del Bove ma ad una velocità notevole, al punto da minacciare i paesi pedemontani.

In realtà non si credeva che la lava sarebbe mai arrivata ai centri abitati, perché di solito Valle del Bove contiene bene le eruzioni. Ma la vicinanza e la pendenza resero più veloci i fiumi di fuoco che imboccarono la via del Salto della Giumenta e cominciarono a ricadere in Val Calanna.

Proprio grazie a Val Calanna la lava non raggiunse subito Zafferana Etnea. Venne frenata dalla vegetazione e consentì all’esercito di innalzare una barriera che ne rallentò ulteriormente il cammino. Quando l’eruzione terminò, nel marzo 1993, la lava aveva solo sfiorato la periferia di Zafferana distruggendo due case già evacuate da tempo e alcuni campi coltivati. Val Calanna però non esisteva più, era stata totalmente ricolmata.

Val Calanna oggi

Oggi Val Calanna giace sotto una montagna di lava solidificata. Quel piccolo paradiso non esiste più. Ma si può comunque raggiungere la località partendo da Zafferana Etnea e dal cosiddetto Sentiero di Pian dell’Acqua. Si può percorrere il tracciato sia a piedi che in mountain bike, per un tempo che arriva a un totale di 4 ore e 10 minuti. Poco più di 2 ore all’andata, meno per il ritorno in discesa.

I meno allenati o chi ha problemi di movimento può percorrere questo tragitto usando un fuoristrada. Lungo la via si vedrà il danno che la lava ha apportato alle case di questa contrada, alcune sfiorate e altre completamente ingoiate, e si arriverà a ridosso della enorme cascata di lava – ormai fredda – che si riversa proprio sul punto in cui sorgeva un tempo Val Calanna. A sinistra, ovvero a sud, si eleva Monte Fior di Cosimo, a nord invece si trova Monte Calanna e di fronte a voi – sotto la lava – Salto della Giumenta. E oltre questo dislivello, la visione magnifica della cima dell’Etna che lascia intuire tutta la sua potenza. (foto sopra il titolo di Grazia Musumeci)


Autore: Grazia Musumeci