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Non si fa vedere facilmente, anzi è tanto timido e schivo che molti credono sia in realtà una leggenda. Ma qualcuno ha mai davvero visto il “gatto selvatico dell’Etna”? Eppure questo felino non solo esiste ma è il “re” del territorio, proprio in base a questo suo muoversi furtivo, rapido e nascosto. Pochissimi locali hanno avuto la fortuna di vederlo in azione (qualcuno lo ha incontrato solo 2 volte in 40 anni!). Meno che mai è capitato ai turisti. Eppure voi potreste essere i primi, soprattutto se andrete in escursione sul vulcano – accompagnati dalle vostre guide – al tramonto. Momento magico per colori e sensazioni … e per quegli incontri particolari da fare.

Il gatto che domina l’Etna

etna gatto 2Il gatto selvatico europeo ha rischiato seriamente di estinguersi in passato, non per motivi violenti ma per il suo eccessivo mescolamento con i gatti domestici. La sua specie si è salvata solo grazie ad alcuni angoli “nascosti” del continente in cui questo felino è riuscito a mantenere il proprio DNA puro. L’Etna è uno di questi.

In apparenza non esiste una grande differenza di caratteristiche tra il gatto domestico e quello selvatico, ma sono piccoli dettagli che sottolineano la particolarità di quest’ultimo. Il colore, ad esempio. Il gatto selvatico tende ad avere un manto che va dal grigio al nero, con poche o nessuna sfumatura. Molto spesso ha disegni tigrati. A volte ha orecchie più piccole, distanziate e arrotondate, sicuramente ha baffi molto più sviluppati e un muso appena più piatto di quello del gatto tradizionale.

Rispetto al micio domestico, il gatto selvatico è molto più diffidente e indipendente. Il gatto dell’Etna vive tra i 1200 e i 1800 metri, abituato quindi anche al clima rigido dell’inverno che affronta nascondendosi tra le calde rocce di lava delle sciare d’alta quota. Il gatto selvatico è carnivoro e di solito si riproduce in primavera, con cuccioli subito in grado di affrontare il territorio impervio.

Come è arrivato qui?

Non si sa bene come sia arrivato sull’Etna questo felino affascinante. Probabilmente ha seguito il percorso del gatto selvatico europeo, che è arrivato nel continente attraverso l’Africa e l’Asia. Le differenze tra i gatti selvatici africani, più simili alla lince, e quelli europei denotano come questi animaletti siano ormai nel nostro continente da millenni. Infatti hanno sviluppato caratteristiche che consentono loro di adattarsi al clima europeo. Il gatto selvatico etneo discende da questa specie, ma è possibile che si sia mescolato nel tempo anche con gatti domestici “liberati” sul vulcano.

Come comportarsi se si incontra il gatto dell’Etna

Il gatto dell’Etna è un gatto selvatico che appartiene a una sottospecie del più diffuso gatto selvatico europeo. Si tratta quindi di un bellissimo animale selvaggio, libero in natura, che sa bene come affrontare il territorio. Non è facile avvistarlo, ma se lo vedete difficilmente si avvicinerà più di tanto.

Non cercate di conquistarne la fiducia con bocconcini di cibo o con moine. Gli animali selvatici devono rimanere tali e essere sempre in grado di procurarsi cibo e riparo da soli.

Potete sempre fotografarlo, se mai si lascerà immortalare, e condividere con tutti la fortuna immensa di averlo incontrato. Ma non dovrete in nessun caso interferire con il suo cammino o con le sue abitudini.


Autore: Grazia Musumeci