Le nostre escursioni “ai crateri sommitali” dell’Etna da due anni in qua devono fare i conti con le reazioni rabbiose del nuovo padrone di casa: il Cratere di Sud Est, meglio noto con la sigla inglese SEC. Quella che un tempo era una spedizione faticosa ma affascinante, sempre entro i limiti di sicurezza, oggi è diventata un evento raro. Perché è quasi sempre vietato salire oltre i 2900 metri e raggiungere la zona dei cinque grandi crateri dell’Etna. E questo perché uno solo di loro, il più “giovane”, detta legge su tutti!
Il Cratere di Sud Est è da sempre il “figlio piccolo e viziato” del grande vulcano siciliano, come hanno detto scherzando i vulcanologi catanesi. Ma è anche la manifestazione evidente e sconcertante di come l’Etna sia un vulcano in continua formazione. E soprattutto nell’ultimo secolo questa trasformazione è diventata imprevedibile. Basti pensare che per millenni il vulcano ha avuto un unico cratere. Poi nel XX secolo è iniziata una straordinaria “rivoluzione”.
Come è nato il Cratere Sud Est
L’Etna ha sempre avuto un unico cratere sommitale, il cosiddetto Cono Centrale. A questo si aggiunse, nel 1911, un cono nuovo denominato Nord Est per via della sua posizione rispetto al punto centrale di emissione. Tra il 1945 e il 1970 però il cratere Centrale si è come sdoppiato, ospitando al proprio interno due nuovi crateri: Voragine (1945) e Bocca Nuova (1968). Il XX secolo dunque ha visto improvvisamente l’attività di ben quattro crateri, con eruzioni sporadiche ma decise che creavano spettacolo e a volte qualche danno.
Nel 1971, inaspettatamente, la parte ai piedi del cratere Centrale collassò formando un buco che emetteva gas e lava. Dopo un inizio di fuoco, questo misterioso “buco” si spense per anni. Ci si era quasi dimenticati di lui quando, nell’aprile 1978, una violenta eruzione fece ripartire l’attività. Si aprirono fratture, vennero emesse notevoli quantità di lava e tramite le esplosioni continue intorno a
quell’avvallamento iniziò a crescere un craterino. Nel giro di vent’anni quel “piccolo cono” divenne un vero e proprio cratere. Basso, “giovane”, ma vispo e dinamicissimo. Fin dai suoi esordi, il SEC ha dimostrato che non era di passaggio… ma era lì per fare la storia. E quella storia la stiamo vivendo noi, oggi.
Evoluzione del Sud Est
Da quando il SEC ha iniziato la sua attività, è come se avesse succhiato via linfa vitale ai “fratelli maggiori”. Salvo qualche sporadica eruzione dalla Voragine, e qualche spettacolo improvvisato del Nord Est, dal 1978 è il Sud Est che riassume in sé la principale attività vulcanica dell’Etna. E nonostante questo, sembra non aver ancora trovato … pace!
Nel 2007 si apre una ulteriore bocca eruttiva sul corpo del SEC e in poco tempo diventa anche più alta del cono genitore. Viene chiamato Nuovo Sud Est (NSEC) e ha dominato la scena delle eruzioni etnee per quattro anni. Poi tutto cade improvvisamente nel silenzio e sembra che l’Etna sia entrato in una lunga pausa. Pausa che invece si interrompe a sorpresa nel 2013. Proprio il NSEC torna a farsi protagonista con una energia straordinaria che lascia immaginare una sua predominanza assoluta. Ma la terra è ancora inquieta, su questa cima incredibile. Siamo solo all’inizio!
Il Sud Est e i suoi “figli”
Dopo tante eruzioni violente, i due coni di SEC e NSEC si erano quasi fusi insieme, formando una doppia gobba in apparenza unitaria. In realtà, sotto la cenere – è il caso di dirlo! – covava già l’ennesimo cambiamento radicale. Una bocca nuovissima si apre nel 2014 a cavallo tra le due gobbe …sulla “sella” dei due crateri. Viene chiamata infatti Bocca della Sella e per cinque anni diventa essa stessa la protagonista.
Dal 2018 ad oggi, però, i cambiamenti non si sono più fermati. Si può dire senza paura di sbagliare che l’apparato del Cratere Sud Est riserva una sopresa ogni mese! Le bocce al suo interno ( e all’esterno!) non si contano più. Prima degli eventi parossistici del 2020-21 se ne contavano circa 14! Alcune bocche si sono aperte di recente sul fianco nord-orientale, altre sul lato sud. Durante il parossismo del 9 agosto mattina, è crollata parte della struttura e quindi si attendono ulteriori novità nei prossimi mesi.
Il Sud Est non è più “il figlio piccolo di Mamma Etna”. Oggi è un adulto feroce, potente, e ha preso il comando definitivo. I suoi numerosi “figli” non sono altro che l’espressione di una terra in movimento. Oggi il SEC è la cima più alta dell’Etna, ha quasi certamente superato il record (3340 metri) detenuto per anni dal Nord Est. Al di sotto del suo cono, l’attività del vulcano sembra spingere verso ovest su una piattaforma delicata e interessata da una grossa frattura che di fatto “divide in due” la montagna. Il SEC potrebbe crollare in mille pezzi da un momento all’altro, quindi. Oppure potrebbe essere il “nuovo Etna”. Certamente uno spettacolo unico. E ammirarne la potenza, anche se non si può salire in cima, è un privilegio! (foto G Musumeci)