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La gente di Acireale la chiama solennemente “la” Timpa. Ma in realtà, questa scarpata che si getta in mare fa parte di un sistema di diverse “timpe”, ovvero di veri e propri “salti” – come indica la parola siciliana che si è scelto di usare anche tecnicamente – formati da rocce laviche. Quella di Acireale, però, è sicuramente tra le più maestose e per questo richiama un notevole interesse, geologico ma anche turistico. In cima alla Timpa sorge un altopiano che corre fin quasi ai piedi dell’Etna. Ed è qui che la città di Acireale si è sviluppata.

La città sull’altopiano

altopiano lavico_(3)Per quanto riguarda la storia, Acireale si trova sull’altopiano lavico della Timpa per motivi di sicurezza. Infatti nel Medioevo, per proteggersi meglio dagli attacchi via mare, i cittadini del centro che un tempo sorgeva sulla costa decisero di spostarsi in alto. Da quella posizione privilegiata, in effetti, potevano avvistare i nemici per tempo e preparare le difese.

La sicurezza che dava un paese in quella posizione, fece sì che molte persone vi si trasferissero, favorendo in questo modo la crescita della città. Sull’altopiano, tra l’altro, il fertile suolo nutrito dalla lava produceva frutti (arance, limoni, viti ma anche i gelsi per l’allevamento del baco da seta da cui derivava una preziosa industria tessile), assicurava la presenza dell’acqua e dava lavoro e ricchezza.

Che Acireale sia stata una città ricca lo si vede ancora oggi dalle tracce dell’elegante barocco settecentesco. Le tante chiese, i palazzi nobiliari, i parchi … tutto qui ricorda quel periodo fortunato. Oggi la città vive per lo più di commercio e turismo, con molti meno soldi ma con le sue bellezze e i panorami naturali ancora intatti.

Passeggiando sulla Timpa …

Le “timpe” sono delle scarpate formate dal movimento delle faglie, quando si spezzano in modo tale da formare gradini di piccole o grandi dimensioni. Di solito hanno quindi forma allungata e regolare. La Timpa di Acireale rispetta queste caratteristiche e lo fa “in grande”.

La scarpata infatti è alta 150 metri sul livello del mare, mentre sotto il pelo dell’acqua continua formando altri “gradini”. È formata da un intreccio di faglie che emergono dal mare (tra cui la grande e pericolosa faglia Ibleo-Maltese) e colate laviche scese nei secoli dall’Etna e depositate a strati l’una sull’altra. Oggi, la Timpa è coperta di vegetazione selvatica e, per la sua importanza, è divenuta una Riserva Naturale.

Si può camminare lungo l’estensione della Timpa, grazie a diversi sentieri naturalistici – il piùaltopiano lavico_ (2) importante dei quali è quello seicentesco detto Le Chiazzette. Percorrendo i sentieri si possono ammirare bellezze geologiche (le rocce-coccodrillo, le lave a corda, basalti a colonna, grotte di scorrimento lavico, dicchi emersi), floreali (finocchio selvatico, cavolo trunzo, lentisco, ginestra, bagolaro) e animali (gabbiano comune, gabbiano reale, falchi, poiane, lucertole, tartarughe, serpentelli innocui). Si incontrano anche alcune architetture interessanti, come le cappelle votive, la Fortezza del Tocco, piccoli angoli panoramici abbelliti da panchine scolpite nella pietra! E naturalmente i borghi marinari situati ai suoi piedi.

Vivere su un altopiano che … si muove

Acireale è stata una delle città duramente colpite dal sisma del 1693. Di fatto, l’altopiano su cui sorge – seppur bellissimo – è un intreccio di faglie piccole e grandi e dunque … si muove! Vivere qui è affascinante perché quasi ogni angolo della città offre splendide vedute panoramiche sia sul mare che sull’Etna, ma è anche un rischio.

La Timpa, di fatto, frana lentamente verso il mare e i vari terremoti periodici causati dalle faglie e dall’Etna ne accentuano il movimento. Sempre più i vulcanologi e i geologi stanno diffondendo la cultura del rischio tra gli abitanti etnei, in particolare tra gli abitanti delle “timpe” perché soltanto un modo di costruire consapevole e saggio, improntato sull’anti-sismico, può mettere al sicuro la popolazione. Solo così la vita sull’altopiano continuerà ad essere bellissima. (foto di G Musumeci)


Autore: Grazia Musumeci