C’è un’Etna poco conosciuta dai turisti, ed è quella legata ad antichissime leggende. Perché prima dello spettacolo naturale delle eruzioni e prima ancora della tradizione devozionale cristiana, il territorio del nostro vulcano è stato il cuore di antichi racconti. Ogni cultura ha lasciato i propri e molti sono racconti di maghi, streghe, folletti e fatine. Non di rado, spunta anche qualche demonio qua e là. Come il diavolo che “rubò” la regina Elisabetta I – quando, dopo il suo lungo regno, morì e venne portata all’inferno passando proprio per i crateri dell’Etna! E il diavolo a volte si incontra anche quando si va in escursione …
Un sentiero che porta alla Pedata del Diavolo
Per scoprire le tracce del diavolo bisogna raggiungere Pian dell’Acqua, una località di Etna Est non lontana dal centro abitato di Zafferana Etnea. Come ci illustra il sito Etnanatura, l’escursione parte proprio dalla immediata periferia zafferanese, da quelle famose “colate laviche del 1992” che oggi sono meta preferita dei turisti.
Percorrendo la via Zerbate verso valle, nel punto in cui si congiunge a Via San Giacomo, ad un tratto si imbocca una strada asfaltata che abbandona il percorso classico e si immerge nel verde selvatico della Valle San Giacomo, in direzione Cugno di Mezzo. Si cammina facilmente, per una distanza di circa 3 km, tra andata e ritorno. Niente di eccessivo, quindi, né di stancante. Il sentiero offre molti spunti interessanti … e la Pedata del Diavolo è solo un dettaglio di tutto ciò che ammirerete.
L’impronta del demonio
Sempre da Etnanatura apprendiamo che: “A Pidata du Diavulu sono due grossi massi sui quali si vedrebbe ancora oggi l’impronta della scarpa del diavolo” (o dello zoccolo?, ci chiediamo noi)
“La storia della tradizione popolare siciliana, anche per via della presenza dell’Etna e del vario susseguirsi di dominazioni e influenze religiose, si é spesso incrociata con la presenza del Diavolo, ma si tratta di un personaggio a metá tra le divinitá pagane e gli esseri fantastici che popolano i monti e le foreste . Molte leggende narrano di incontri con il Diavolo durante i quali quest’ultimo somiglia molto piú ad uno spirito femminile, a metá tra la ninfa e la strega, si tratta di un essere indefinito, spesso capriccioso, il piú delle volte malefico, che a volte si presta alla volontá di chi riesce ad evocarlo, sembra, abbia addirittura lasciato numerose impronte del suo passaggio sparse in quasi tutta l’isola”.
Il masso che porterebbe l’impronta del maligno visitatore è un “masso molto grande, appoggiato su altri massi con due incavi, che assomigliano molto alla pianta di un piede che sposta dei massi per farli cadere a valle (Fonte Rivistanatura)”.
Lungo il sentiero …
Continuando sul sentiero, dopo i massi con la “Pidata du Diavulu” si raggiungerà la località Cugnu di Mezzo, dove si potrà ammirare un albero di roverella dalla storia secolare. Inoltrandosi in Valle San Giacomo, ecco la Scalazza, poi la stranissima roccia levigata di Pietra Barca.
Molto altro si può ammirare deviando in val Calanna, su percorsi però più impegnativi. Val Calanna – o quel che ne resta, sotto metri e metri di lava del 1992 – ospita luoghi come Monte Fior di Cosimo, Galleria Pietra Barca, l’Ilice della Portella.
Scendendo di nuovo verso Valle San Giacomo ecco Cavasecca, l’antico Priorato (il luogo da cui nacque la città di Zafferana), Dagala del Picchio.
Come andare
La Valle San Giacomo è una località accessibile e facile da percorrere. In teoria non sarebbe necessaria una guida, ma il consiglio che diamo noi è di avere SEMPRE una persona esperta al vostro fianco. Anche perché, spesso, in Valle San Giacomo si incontrano greggi solitarie, lasciate libere di andare senza il pastore… ma con cani da guardia molto protettivi e aggressivi. Per non farsi prendere dal panico, è bene avere una guida esperta a dare sicurezza. (FOTOGRAFIE DI G. MUSUMECI E ETNANATURA)