Il 23 giugno 2021 è un giorno da non dimenticare. Sotto la cappa di nebbia gialla di scirocco che la nasconde quasi del tutto alla vista, la grande montagna Etna si scatena in una doppia eruzione a inizio e conclusione di giornata. Impennate improvvise dei valori annunciano, in entrambi i casi a breve distanza, l’inizio dei parossismi: uno all’alba del 23 giugno, l’altro al tramonto.
Doppia eruzione, un tramonto di fuoco
E se l’alba si colora di rosso quasi in sordina, con una eruzione veloce caratterizzata dalla solita nube di cenere e lapilli di piccole dimensioni, ricaduti su Riposto e Giarre, il tramonto … è tutta un’altra storia! Il tremore inizia a salire già verso le 19, un’ora più tardi si vedono già le fontane di lava alte nel cielo. Ma si vede anche qualcosa di “nuovo”. Una lingua di lava che sgorga dalla base del nuovo gigantesco cono di Sud Est.
In breve, questa colata diventa una vera cascata di fuoco che, insieme ad altri due bracci – uno diretto a nord e uno a sud-ovest – colora il cielo di ogni sfumatura di rosso! La spinta parossistica, come sempre, si esaurisce in poco tempo. Ma l’alimentazione delle colate va avanti per buona parte della serata. Verso mezzanotte, i bracci di lava si sono notevolmente allungati dentro Valle del Bove.
Nuove fratture
I bracci di lava fuoriescono da nuove fratture che hanno aperto la base del cono. Ma alcune di queste potrebbero essere invece “vecchie conoscenze”, come i due piccoli crateri gemelli già notati alcuni mesi fa e poi, in apparenza, ricoperti dalle continue ricadute di cenere. Ricoperti, forse, sì … ma non spenti. E ieri notte si sono resi protagonisti in modo deciso. (le foto sono di Grazia Musumeci)