Succede verso mezzogiorno del 2 marzo, l’ennesimo colpo di scena dell’Etna.
Una rapida risalita del tremore, l’annuncio in diretta dell’INGV e di lì a poco il Sud Est era di nuovo protagonista di un parossismo – l’ottavo – ancora una volta di notevole potenza. Le fontane di lava venivano spinte a grandi altezze mentre un pennacchio di gas e cenere si alzava sopra la costa siciliana per chilometri.
Ricaduta di sabbia a sud
I venti hanno sospinto il materiale vulcanico prima verso Acireale, poi repentinamente verso sud, con ricaduta di sabbia nera su Mascalucia, Paternò, Misterbianco, Nicolosi e Catania. Come sempre, l’attività parossistica si è esaurita anche stavolta in due ore, senza gravi danni. Peccato per le nuvole causate dal clima umido di questi giorni che hanno coperto l’Etna, impedendo a molti la vista dell’ennesimo spettacolo.
Ormai il ritmo del vulcano sembra essersi stabilizzato ad un parossismo ogni 30-40 ore, anche se ultimamente l’intervallo di tempo si è allungato. Pur non potendo prevedere la durata di questi fenomeni nel tempo, i vulcanologi sono sicuri che l’Etna ne regalerà molti altri ancora. Fa parte della “fase eruttiva” in cui il vulcano è entrato da un paio d’anni a questa parte e che riserverà non poche sorprese. (foto Musumeci)