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Come ampiamente previsto dall’INGV di Catania, l’Etna non aveva ancora terminato di stupire e un nuovo parossismo era in attesa dopo i tre precedenti. Il vulcano non ha tradito le aspettative e nella notte tra il 20 e il 21 febbraio ha dato vita al quarto episodio esplosivo. Stavolta molto intenso, molto più spettacolare, sebbene avvenuto in orario “poco turistico” – tra le 2 e le 3:30 del mattino.

Parossismo a quattro bocche

Il tremore è salito già in mattinata del giorno 20 febbraio ma ha raggiunto il picco massimo verso le ore 22. Le fontane di lava sono iniziate circa un’ora dopo, aumentando di intensità e di altezza nel corso della nottata. Un getto potentissimo e particolarmente spettacolare è stato registrato verso le 2:15 delquarto parossismo02 mattino, con un’altezza stimata di quasi un chilometro!

Spettacolare e impressionante la visione di ben quattro bocche eruttive tutte situate all’interno della bocca del Sud Est, che hanno reso l’eruzione davvero un “concerto corale”. Anche stavolta notevole ricaduta di cenere e lapilli che però ha interessato per lo più i centri urbani occidentali.

Quel che lascia senza parole, oltre alla spettacolarità di questi parossisimi, è anche la puntualità quasi svizzera con cui avvengono. In molti parlano della “regola delle 30 ore”, come se il vulcano sapesse di dover eruttare entro quegli intervalli di tempo stabiliti. E di fatto … è quel che fa! All’INGV il lavoro non si ferma mai, in tanti non riposano da giorni. Perché l’Etna sorprende sempre. E anche se adesso sembra aver finito … domani è tutta una storia nuova da riscrivere. (foto di Grazia Musumeci).


Autore: Grazia Musumeci