Sul fianco orientale dell’Etna, affacciato sullo spettacolare panorama della costa sottostante, sorge il paesino di Sant’Alfio che prende il nome dalla parrocchia omonima, dedicata in realtà ai tre santi fratelli martiri: Alfio, Cirino e Filadelfo. La storia di questi martiri risale al 253 dopo Cristo. Predicatori cristiani, perseguitati dai Romani, furono condotti in catene da Roma a Lentini per essere uccisi. Lungo il tragitto si fermarono nel luogo dove oggi si trova Sant’Alfio e operarono miracoli.
Il paese nacque come torre difensiva della Contea di Mascali nel medioevo, tutto intorno alla chiesa. Si sviluppò nei due secoli successivi e divenne comune indipendente nel 1923. Nel mondo è famoso per il Castagno dei Cento Cavalli, grande albero plurisecolare legato a miti e leggende, considerato un vero monumento (visita turistica gratuita). Ma noi vogliamo suggerirvi anche una visita a due delle quattro chiese del paese, le più suggestive.
Chiesa Madre dei Santi Alfio, Cirino e Filadelfo
Agli inizi del XVII secolo, i sacerdoti che amministravano l’unica parte di territorio feudale non assegnata ai figli del signore locale, avviarono la costruzione di una chiesa. Questo primo edificio oggi non è visibile, ma la sua struttura forma l’attuale navata centrale della “chiesa nuova”, ampliata nel 1811. I lavori si protrassero a lungo e terminarono solo verso il 1867, quando l’abside della vecchia chiesa fu demolito e si ottenne la chiesa attuale, però ancora priva di facciata.
La mancanza di finanze costrinse la diocesi – di Messina, prima, e di Acireale dal 1872 in poi – a sospendere il completamento esterno della chiesa. Lentamente furono portati a compimento gli arredi e le decorazioni dell’interno, ma non si riuscì mai a coprire la parte anteriore con i marmi che avrebbero dovuto abbellirla. Ed ecco perché ancora oggi appare in pietra lavica grezza. Un aspetto che comunque non è brutto, a vedersi, e la rende anzi originale e perfettamente integrata nel panorama vulcanico dentro il quale sorge.
La chiesa custodisce un quadro dedicato ai tre Santi, le statue dei tre fratelli martiri donate dalla chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Acireale, la “Bara” ovvero il carro processionale, la grande campana (45 quintali!) chiamata “Maria”. Le porte esterne sono in ferro, realizzate con il contributo dei santalfiesi emigrati in Australia.
Chiesa dei Magazzeni
Edificata nel XVII secolo, a 6 km dal centro del paese, per dare modo di sentire la messa domenicale ai contadini e ai custodi forestali dei feudi di Cerrita e Magazzeni, nel corso dei secoli fu abbandonata. Infatti la popolazione si spostò, man mano, sempre più a valle. Il culto riprese nel primo Novecento, quando “il miracolo della lava” riaccese in tutti l’amore verso quel luogo.
Il 3 novembre 1928 una eruzione laterale dell’Etna fece sgorgare fiumi di lava a bassa quota. Il fuoco si diresse verso la chiesina dei Magazzeni, minacciando da vicino tutto il paese di Sant’Alfio. Nonostante il pericolo, la gente partì in processione con le statue dei Santi Alfio, Cirino e Filadelfo verso il fronte lavico. Si racconta – ed è testimoniato da un dipinto custodito nella chiesetta nuova – che poco prima di arrivare a destinazione, la statua di Sant’Alfio cadde e si ruppe la palma che recava in mano. Per il popolo questo era il segno: “là dove lascio la mia palma è terra benedetta e la lava dovrà risparmiarla”.
Inspiegabilmente, il giorno successivo, nonostante l’apertura di una nuova bocca eruttiva il fiume di lava si fermò. Proprio a ridosso del luogo in cui Sant’Alfio aveva perso la palma. Si vide in seguito che il fuoco era letteralmente sprofondato in una fenditura del terreno, ingrottandosi e cambiando direzione. La gente reputa questo un miracolo operato dai tre santi. Nel 1958, a ricordo di ciò, accanto alla chiesetta dei Magazzeni venne costruito un nuovo Santuario. (foto di Grazia Musumeci)