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Tutto ebbe origine da qui. Da quella collina che vedrete subito, fin dal vostro arrivo, innocua, verde e coperta di alberi di pesco. Un tempo era un cratere attivo, Monte Mojo, e da qui sarebbe scaturita – circa 3000 anni fa – la lava che, seguendo il letto dell’Alcantara, ha raggiunto il mare creando Capo Schisò, a Giardini Naxos. Nel XVII secolo attorno alla terra fertilissima di questo cratere, ormai spento, sorse un feudo denominato Mojo Alcantara che oggi è un comune di 800 abitanti.

Se venite a vedere le Gole dell’Alcantara oppure se andate a vedere le belle chiese di Randazzo, non dimenticate di passare da Mojo. La visita non vi ruberà molto tempo, ma vale la pena vedere questo paesino e soprattutto i suoi dintorni per tornare poi a casa con una idea particolare di questo angolo di Sicilia. E magari con un sapore di pesca in bocca, dato che questo frutto è il fiore all’occhiello e la massima produzione della zona.

La leggenda del covone bruciato

Una leggenda popolare lega il nome di Mojo alla parola mòdio, che indica un recipiente per il grano. La storia ruota intorno a un contadino disonesto che ingannava il fratello rubandogli tanti “mòdii” di grano e accumulandoli nel proprio campo a sua insaputa. Ma l’ira di Dio si abbatté su di lui e un fulmine lo colpì in pieno mentre si trovava in cima alla gigantesca collina formata dal grano che aveva rubato. L’uomo e la collina bruciarono insieme per questo il Monte Mojo è così fertile, perché concimato dalla propria stessa cenere.

Cosa vedere a Mojo e dintorni

mojo alcantara 02Essendo paese nato da una proprietà feudale, i monumenti più “antichi” di Mojo sono il palazzo del Municipio, ex residenza dei signori di Lanza, i resti della antica chiesa di Sant’Antonio e la Canonica, oggi restaurata e fin troppo evidente con l’intonaco blu e bianco che spicca sulla piazzetta. Vale la pena entrare nella Chiesa Madre dedicata a San Giuseppe Lavoratore. Lo stile architettonico è moderno e semplice ma dentro è custodito un notevole crocifisso seicentesco, opera dello scultore del legno Frate Umile da Petralia (1602-1639) e sopravvissuto a un incendio! La gente del posto lo chiama U Signuruzzu.

Nei dintorni di Mojo Alcantara è da visitare certamente il Monte Mojo, raggiungibile grazie ai sentieri che conducono sulla sua cima, e ovviamente il fiume Alcantara che scorre a pochissima distanza dal centro. Bastano 10 minuti di macchina per arrivare alle Gurne dell’Alcantara, la parte pianeggiante del letto che tramite alcuni “salti” si inoltra nel percorso che diventerà quello delle più famose Gole. Vicino le Gurne dell’Alcantara, da ammirare la chiesa bizantina di San Nicola, in territorio di Castiglione di Sicilia, e la vicina Chiesa della Cuba.

Come arrivare

Se potete venite a visitare Mojo Alcantara a fine agosto, quando si svolge la famosa Sagra delle Pesche e potrete portare con voi questi frutti in ogni modo, anche sciroppati a lunga conservazione, oppure a settembre per la festa del crocifisso U Signuruzzu. Arrivare è facilissimo: da Messina oppure da Catania la via è unica, ovvero l’autostrada A18 Messina-Catania con uscita Giardini Naxos proseguendo verso Francavilla e Gole dell’Alcantara, sulla Statale 116 per Randazzo.


Autore: Grazia Musumeci