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Zafferana Etnea si autodefinisce, a ragione, “la Porta dell’Etna”. Questo paese di poco più di 9000 abitanti, situato a 600 metri di altezza sulle falde orientali del vulcano, è di fatto la base di partenza di quasi tutte le escursioni verso l’Etna. Ed è anche il luogo da dove poter ammirare le eruzioni più spettacolari. Patria di frutteti e vigneti, più volte strappati al fuoco della lava, Zafferana deve il proprio nome arabo (Safràn, cioè “giallo”) alle tante ginestre che regalano questo colore alle sue contrade, quando sono in fiore. Ma secondo altre fonti, il nome deriva dalla lavorazione della spezia gialla dello zafferano, qui prodotta in gran quantità grazie alla presenza dei preziosi fiori da cui si estrae.

Storia di Zafferana, Porta dell’Etna

zafferana 02Zafferana Etnea non è esistita, come città, fino al XIX secolo. Tra le viti, i castagni e le antiche colate laviche di questo luogo, infatti, passava soltanto l’antica via romana che collegava internamente Taormina con Lentini, passando anche per Catania. Fu solo nel Medioevo che trovarono rifugio tra questi boschi alcuni monaci e il Priorato di San Giacomo fu la prima costruzione a sorgere (1387) nella contrada oggi nota appunto come Valle San Giacomo.

Intorno al monastero sorse una piccola comunità dedita per lo più all’agricoltura e al commercio, utili per rifornire i monaci dei beni necessari. Si trattava comunque di comunità stagionali, di passaggio, che non trovarono mai residenza qui fino a dopo il grande terremoto del 1693. Dopo la distruzione di quel sisma, che rase al suolo il monastero, le terre intorno vennero sfruttate ad uso agricolo divenendo frutteti e vigneti. Furono i proprietari terrieri, quindi, a costruire le proprie case sul posto. Tra il XVIII e il XIX secolo si formò il primo nucleo del paese che dal 1826 divenne un comune autonomo.

Zafferana: terra di ricchi e agricoltori

Tra il 1826 e il 1940, Zafferana Etnea divenne meta preferita di molte famiglie ricche. Spesso si trattava di nobili che avevano terreni in zona, o anche solo di ricchi signori che sceglievano il posto come “località di villeggiatura”, facendo costruire quindi le proprie dimore estive. Intorno a questa comunità benestante si formò, in seguito, quella medio-borghese di agricoltori, mercanti e professionisti. Intorno al turismo e alla produzione agricola, Zafferana ha fondato la propria fortuna. In particolare quando l’Etna divenne un fenomeno internazionale.

Zafferana e l’Etna

Zafferana e l’Etna… o meglio Zafferana È l’Etna. Da quando i giornali e la radio, prima, la TV e internet poi hanno diffuso nel mondo le notizie degli spettacoli eruttivi dell’Etna, Zafferana è divenuta la base di moltissimi turisti che vogliono ammirare il vulcano da vicino.zafferana 01

Ristoranti, hotel, B&B e agriturismi sono oggi il cuore dell’economia del paese, insieme alla produzione di vino e di miele. Le api di Zafferana sono una garanzia di qualità, per il prodotto di miele genuino dai mille sapori e dai tantissimi benefici, in vendita ovunque nelle botteghe del paese. Dalla piazza di Zafferana Etnea, ma anche dal sottostante giardino con la monumentale fontana, si può assistere comodamente alle più spettacolari eruzioni … quando le colonne di lava sembrano sfiorare i campanili gemelli della chiesa madre!
Ovviamente il rapporto con il vulcano non è soltanto roseo.

Zafferana ha “pagato cara” questa vicinanza all’Etna. Ha subito e subisce spesso danni a causa dei terremoti locali ed è stata minacciata da molto vicino da quelle rare – ma terribili! – eruzioni laterali anomale, che ogni tanto si aprono sul corpo della montagna. In particolare nel 1792, nel 1852 e nel 1992 la lava arrivò a pochi metri dalle case del paese, ingoiando campi, vigneti e alcune casupole della periferia. Per non parlare poi del dramma della ricaduta di cenere, spesso alta oltre un metro, per le vie cittadine. Zafferana però rimane sempre legata a doppio filo con il vulcano che le dona da vivere. Non potrebbe essere altrimenti!

Cosa vedere in città

A Zafferana sono da ammirare sicuramente le tante ville in stile Liberty che costellano il piccolo centro storico. Testimonianza della ricchezza antica e, oggi, della bellezza della sua arte. Le chiese più importanti sono la chiesa madre, dedicata alla Madonna della Provvidenza, e la chiesina di Santa Maria delle Grazie. Gli altarini dedicati alla Vergine sono altrettanto importanti perché di solito ricordano il pericolo scampato (ad esempio, il Capitello Votivo alla Madonna della Provvidenza, costruito davanti alla lava del 1992 proprio lì dove si fermò!).

L’elegante Palazzo Municipale e il Parco Comunale, poco distante, sono anche essi luoghi da visitare per chi ama l’arte (splendidi quadri custoditi nel primo) e il relax all’aria aperta, lungo i sentieri ombrosi. Anche il parco custodisce interessanti architetture, come la Palazzina Liberty che oggi ospita la biblioteca e l’Anfiteatro moderno, attivissimo per gli spettacoli estivi.

Tra i monumenti di Zafferana rientrano anche le lave del 1992 che si fermarono a pochi passi dal centro storico e l’albero monumentale Ilice di Carrinu, situato su un sentiero naturalistico che parte dalla periferia. Nella frazione di Pisano si può ammirare il complesso monumentale della Cisternazza. Le rovine seicentesche del Priorato di San Giacomo si incontrano ancora oggi lungo la via che sale verso la Valle di San Giacomo e le lave del 1992.

Come arrivare

Per raggiungere Zafferana in macchina: da Catania ( 36,5 Km) si percorre la Provinciale SP8 e poi la SP92 per circa un’ora; da Messina, autostrada A18 con uscita Giarre e proseguire su Provinciale SP4; da Palermo, autostrada A19 immettendosi in tangenziale nei pressi di Catania per poi imboccare la direzione Messina e uscire ai Paesi Etnei.

L’aeroporto più vicino è quello di Catania (CTA), da cui Zafferana dista 42 km (circa un’ora e venti in macchina), tramite tangenziale con uscita Paesi Etnei (proseguire per Viagrande, Lavinaio, Zafferana).     == LE FOTO SONO DI G. MUSUMECI


Autore: Grazia Musumeci