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Può succedere. Succede. Arriva il turista con tante aspettative … vuole vedere un’eruzione, un cratere, una pista di montagna, ma la guida deve smontare i loro entusiasmi. E subito scatta l’incredulità, la rabbia e la recensione negativa! “Mi avevano promesso un giro su piste fuoristrada invece abbiamo percorso normalissime strade asfaltate!”, “Dovevamo andare ai crateri sommitali invece ci siamo fermati a 1900 metri!”, “Pensavo di fare un trekking in mezzo alla lava invece è stato come un picnic!”. Ma siamo sicuri che sia la guida che sbaglia? O forse sono le aspettative errate, rispetto a un tour in un ambiente naturale unico come il vulcano Etna? Spieghiamo bene.

“Non era una vera jeep”: invece sì

Il tour invita a vivere l’emozione di un fuoristrada, ovvero di un mezzo attrezzato e abilitato per affrontare ogni tipo di territorio e ogni tipo di incidente climatico. Questo non esclude il fatto che questo veicolo possa ospitare tante persone! Il fuoristrada può essere una jeep per pochi posti ma anche una navetta per una decina di persone in grado di affrontare sia l’asfalto che lo sterrato o il terreno roccioso. Grazie a mezzi come questo i turisti possono arrivare fino ai crateri sommitali dell’Etna in gruppi numerosi, ottimizzando così anche il tempo della gita.

“Non mi hanno portato fuoripista”: hanno fatto bene

jeep ETNA 2Chi sale su una jeep o su un mezzo fuoristrada con l’aspettativa di affrontare un fuoripista su terreni accidentati, vivendo quindi “la grande avventura” e il rischio, deve ricordare sempre che l’Etna è un parco regionale protetto. Il territorio di questo vulcano è certamente formato da rocce, sentieri sterrati e piste selvagge ma si tratta anche di un ambiente protetto proprio per la particolarità dei suoi materiali. Le distese di lava fredda sono rocce preziose… le piante che crescono a bordo sentieri sono flora unica al mondo. Passare con una jeep o con un fuoristrada su questi territori senza una motivazione valida è sbagliato, ed è un danno ambientale. Le jeep che percorrono il parco dell’Etna viaggiano sull’asfalto per proteggere la natura. Sono autorizzate ad andare fuoripista soltanto in casi particolari o per usi particolari (ad esempio, strade interrotte o il servizio della forestale). Se la guida non vi porta a fare la “Parigi-Dakar” tra le lave nere… fa bene!

“Non è un vero trekking”: sei sicuro?

Il trekking non è una attività unica e uguale per tutti. A seconda delle località e dei livelli di difficoltà, si suddivide in percorsi accessibili a diversi tipi di persone. Quindi stai attento quando prenoti! Chiedi alla guida il livello di difficoltà del percorso e programma insieme a lui/lei come andare e fin dove arrivare. Se non lo specifichi prima, potresti ritrovarti in un percorso standard… quindi adatto anche ai bambini o ai più anziani. Affrontare percorsi duri e difficili è una scelta particolare che va decisa in anticipo.

“Non mi hanno portato ai crateri”: hai verificato perché?

A volte le guide cambiano programma in corso d’opera, oppure direttamente cambiano itinerario e … no, non ti portano ai crateri sommitali anche se tu avevi prenotato il tour sulla cima dell’Etna. Sicuramente ti avranno spiegato perché, ma se ti fosse sfuggito il chiarimento basta chiedere o verificare. Spesso scattano allerte improvvise, legate all’aumento del tremore del vulcano – che significa possibile eruzione in arrivo. Se c’è il rischio eruzione, il posto peggiore in cui trovarsi sono proprio i crateri sommitali che diventano quindi pericolosi! In quel caso la guida non ti porterà in cima, ma in un punto panoramico sicuro da cui ammirare lo spettacolo. Non è una negligenza ma un favore e un gesto di attenzione e sicurezza nei confronti del gruppo.

Inoltre, la quota 3300 dei crateri sommitali non è l’ideale da percorrere in inverno, quando c’è neve alta e soprattutto piste ghiacciate. Se hai prenotato il tour dei crateri sommitali in gennaio o febbraio tieni sempre conto che il rischio climatico può compromettere la visita. E la guida farà bene a non portarti su in condizioni proibitive. Accontentati in quel caso di un itinerario alternativo… e magari prenota un nuovo trekking ai sommitali per agosto!


Autore: Grazia Musumeci