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Il 2021 è stato uno degli anni più movimentati, sull’Etna, in tema di eruzioni. Una crisi iniziata nel 2020 ha portato il grande vulcano siciliano a eruttare con un ritmo impressionante per i successivi 20 mesi. Dunque, cosa ci può essere di tanto “misterioso” in un parossismo del 2021, ovvero in una delle tante eruzioni spettacolari che hanno caratterizzato quell’intero anno? Lo scopriamo insieme al blog di INGV-Vulcani che per primo ha acceso i fari dell’attenzione su questo evento. Un evento che poteva sicuramente “sfuggire” ma che invece è divenuto importante nello studio del vulcano.

Marzo di fuoco

Marzo del 2021 fu un mese di fuoco, letteralmente. L’Etna, in quel periodo, eruttò quattro o cinque volte di seguito, con brevissime pause tra un evento e l’altro. Tra il 10 marzo e il 31 si erano registrate fontane di fuoco meravigliose, colonne eruttive, colate laviche, con il vulcano tutto in subbuglio che quasi non regalava pause. La gente si era decisamente “abituata” allo spettacolo, e anche ai fastidi ad esso legati. Quasi nessuno ha notato qualcosa di diverso nell’eruzione che ha caratterizzato quel finale di mese. Eppure questo parossismo in particolare viene definito “anomalo” o “misterioso”.

Il parossismo del 31 marzo-1 aprile

Questo evento parossistico inizia il 31 marzo verso le 11 del mattino e termina il giorno seguente a tarda notte, quasi all’alba del 2 aprile. Ciò che lo rende anomalo e misterioso, rispetto ai tanti parossismi che lo avevano preceduto (e che lo seguiranno) fu la lunga durata, l’insieme dei fenomeni avvenuti e la copiosa quantità di lava emessa. Lunga durata perché, di norma, ogni parossismo durava poche ore e poi si esauriva. Questo invece andò avanti per 48 ore senza sosta. In questo arco di tempo produsse una serie di fenomeni (spaccature del terreno, bocche effusive, fontane di lava) che di solito si manifestavano separatamente. Infine, fu davvero tanta l’emissione di lava uscita da una “bocca effimera” che di norma ne dovrebbe emettere poco o nulla.

parox misterioso 2Dinamica dell’evento

Le avvisaglie dell’ennesimo parossismo si ebbero già all’alba del 31 marzo 2021. L’attività si intensificò verso le ore 11 in modo particolare dalla cima del Sud Est e da una bocca apertasi sul fianco meridionale del cratere. La piccola frattura però cominciò da subito a emettere lunghi fiumi di lava che alla sera del 31 avevano già raggiunto l’orlo della Valle del Bove.

Nello stesso arco di tempo, nuove spaccature si aprivano sulla parte orientale del grande cratere, aggiungendosi anche esse all’emissione di lava della prima bocca. Nella notte si unisce al “coro” anche la classica fontana di lava tipica di questi fenomeni. Al mattino del 1 aprile, l’attività sembra sciamare ma si assesta su degassazione e esplosioni stromboliane. Citando INGV-Vulcani: < La lava emessa dalle bocche alla base meridionale del Cratere di Sud-Est si è espansa a ventaglio, alimentando il flusso già attivo dalla mattinata precedente, verso la Valle del Bove.  Un secondo ramo, orientato verso sud-sudest, costeggiava l’orlo occidentale della Valle del Bove in direzione del punto panoramico conosciuto come “Belvedere”; un terzo flusso, diretto verso sud-sudovest, si è riversato nella sella fra i coni del Monte Barbagallo (eruzione 2002-2003) e Monte Frumento Supino >. Il tutto si esauriva nella notte tra 1 e 2 aprile.

Dopo questo parossismo cambiava definitivamente la mappa della sommità dell’Etna. (LE FOTO SONO DI GRAZIA MUSUMECI)


Autore: Grazia Musumeci