La località detta “le Ripe della Naca” (le corde della culla), sul fianco est dell’Etna, è suggestiva e affascinante sempre, in ogni stagione. Ma vederla e viverla in inverno, possibilmente con la neve, è un’esperienza che emoziona e non si dimentica facilmente. Queste “corde” in realtà sono enormi cascate di lava che si riversarono giù dal costone nel novembre del 1928, durante la drammatica eruzione che distrusse il paese di Mascali. Provate a immaginare lo spettacolo di allora … cinque fiumi di fuoco che scendevano giù per la collina, alimentati da una frattura a bassa quota che mise in pericolo più di un centro abitato, prima di devastare Mascali. Oggi di quel drammatico scenario restano questi monumenti di roccia. E in inverno si riempiono di magia.
Come arrivare alle Ripe della Naca
Ci sono due percorsi per raggiungere le Ripe della Naca. Un percorso è comodo e diretto, si può arrivare direttamente in macchina prendendo una traversa poco battuta lungo la strada che collega Milo e Linguaglossa. Si parcheggia proprio di fronte alla collina dove si possono ammirare le “cascate” rocciose e, se si ha la fortuna di arrivarvi con la neve, si nota ancor di più il contrasto tra il nero della lava e il bianco.
Il secondo percorso parte dalla chiesetta dei Magazzeni, in territorio di Sant’Alfio. Lasciata l’auto nei pressi della chiesina, si imbocca a piedi la strada che si snoda sulla destra in direzione nord e la si segue per 2 km. All’ombra di castagni e noccioli si arriverà, in circa mezz’ora di cammino, alle antiche bocche eruttive del 1928 e alle Ripe della Naca.
Perchè è bello d’inverno
Perchè è bello andare alle Ripe della Naca in inverno? Perchè spesso la neve qui si mantiene a lungo e in certe ore del mattino è anche possibile ammirare delle vere e proprie “sculture” forgiate dallo scioglimento lento. Il panorama, imbiancato, fa spiccare ancora di più sia le cascate di lava che il cono dell’Etna, i cui crateri sommitali qui si vedono molto ravvicinati. La comoda strada e il terreno pianeggiante consentono di giocare nella neve soprattutto con i bambini, che troveranno molti angoli in cui divertirsi ai piedi delle Ripe. Infine, le Ripe della Naca imbiancate sono il simbolo vero e proprio dell’inverno etneo. Quando la neve evidenzia le colate, queste da lontano appaiono come uno strambo numero romano (IIX) motivo per cui sono anche conosciute come “I Numeri Romani”.
Storia dell’eruzione delle Ripe della Naca
Tra il 2 e il 6 novembre 1928, a seguito di un’eruzione ai crateri sommitali – in particolare al Cratere di Nord Est – si propagarono alcune fratture eruttive anche a bassa quota. La prima frattura produsse alcune colate laviche dirette verso Sant’Alfio che però si fermarono prima di entrare in paese. Da una seconda frattura invece uscirono le colate che, trovando facile percorso lungo il letto del torrente Pietrafucile, riuscirono ad arrivare fino alla periferia di Mascali. Il paese venne totalmente distrutto, tranne la frazione di Sant’Antonino. Le Ripe della Naca si formarono nel momento in cui le colate di lava superarono il costone prendendo la via del torrente fino a valle. (FOTO DI GRAZIA MUSUMECI)