Il nostro secondo suggerimento per l’estate sull’Etna punta totalmente sul fianco orientale, nel tratto in cui “scavalca” il costone verso il fianco nord. Qui, sopra gli abitati di Milo e di Fornazzo, si estendono splendidi boschi ancora intatti che propongono fresca ombra e profumi nelle giornate più afose dell’anno. In questa tappa vi proponiamo tre escursioni, abbastanza vicine tra loro e comunque connesse tutte dalla Strada Regionale Mareneve.
Bosco Cerrita
Al terzo grande tornante che forma la Mareneve subito dopo essere uscita dall’abitato di Fornazzo, si apre un grande slargo con una vasta area di parcheggio. Qui, un cancello di legno indica il sentiero che si immerge tra le querce ombrose di Bosco Cerrita. Anche se il cancello è chiuso, il passaggio pedonale agli escursionisti è garantito da varchi e scavalcamenti consentiti dal Parco dell’Etna.
Il bosco è molto ampio, ma da questo punto in particolare, con circa 15 minuti di cammino agevole in discesa, si raggiunge un piccolo rifugio, Rifugio Buffa. La deliziosa baita in pietra lavica e legno, con davanti un pozzo e uno spiazzo erboso molto ampio, è ideale per famiglie con bambini e per chi ama vivere la natura in modo “easy” … rilassato … senza sudare! Si cammina praticamente sempre all’ombra e in alcuni punti i tronchi e le antiche lave formano sculture naturali spontanee affascinanti.
Salita al Primo Monte
Proseguendo sulla Mareneve, si supera il primo bivio – quello che porta al Rifugio Citelli – proseguendo dritti e continuando a salire. Poco prima del ponte che sovrasta il torrente detto “Quarant’ore” o Sciambro, un gruppo di cartelli indicherà un altro sentiero. In particolare il sentiero che conduce a due antichi crateri, Primo Monte e Secondo Monte.
Noi vi consigliamo di salire al Primo Monte. Imboccate il sentiero che si perde dentro un bosco bellissimo, che potrebbe già essere la vostra meta se preferite fermarvi qui all’ombra. Se proseguirete, invece, arriverete ad un bivio: ignorate la strada che scende e prendete quella che inizia a salire su per la collina. Il primo tratto è sassoso e faticoso ma ben presto il percorso si fa più agevole. Non è una salita troppo dura, possono farla tutti coloro che sono abituati a camminare in montagna. In pochi minuti si raggiunge una simpatica scalinata di lava. Salendo i gradini eccovi in cima al cratere: potrete riposare all’ombra delle betulle davanti al Rifugio Giorgio Privitera e ammirare la cima dell’Etna che svetta sopra le ginestre.
Casa Calabresi e la scultura Ortsom
Poco più avanti, superato il torrente e una piccola parte di bosco, girando sulla destra al bivio per Piano Provenzana, ecco un altro sentiero. Si apre a ridosso di una grande colata di lava che forma una sciara accanto alla Mareneve. Il sentiero è piastrellato ma non sempre ha indicazioni visibili. Scendendo per il primo tratto entrerete in un boschetto tagliato da una vecchia strada asfaltata, interrotta proprio dalla lava. Qui vedrete le indicazioni per Casa Calabresi.
Seguite il sentiero, che è molto facile e ben tracciato, finchè non arriverete al rifugio. Nei pressi della casetta un’altra indicazione segnala, a “soli 170 passi”, la scultura di Ortsom. Si tratta di una installazione creata con rami di alberi della zona, inchiodati insieme a formare una grossa e artistica gabbia a misura d’uomo … ma soprattutto di bambino! In estate, il posto è un trionfo di profumi tra ginestre dorate e il viola vivo degli “epilobium”.
Come arrivare
Potete scegliere uno qualsiasi di questi luoghi, o anche decidere di visitarli tutti e tre. Come detto, sono ben connessi dalla strada Mareneve e facilmente raggiungibili con le macchine. Le auto vanno poi lasciate a bordo strada e il tempo di camminata non è mai troppo lungo né faticoso.
Da Catania si impiega un’ora per raggiungere il punto medio delle tre località, il Torrente Quarant’ore; da Zafferana Etnea sono appena trenta minuti; se arrivate da Taormina – uscendo dall’autostrada a Fiumefreddo e proseguendo verso Milo – impiegherete un’ora e venti minuti. (tutte le foto sono di Grazia Musumeci)