I turisti che sono andati ad Aci Trezza in cerca della romantica storia dei Malavoglia si sono innamorati della sua vista immediatamente. L’isola Lachea fa splendida mostra di sé laggiù, tra i faraglioni neri, quasi a chiudere in bellezza – è proprio il caso di dirlo! – il porto del piccolo borgo peschereccio. L’isola Lachea guarda Trezza e Trezza guarda e celebra la sua isola, ovunque. Negozi, bar, ristoranti … tutto qui porta il nome “Lachea”. Ma questo isolotto di argilla e di lava, oggi riserva protetta e regno degli studi dei biologi marini e dei botanici, è qualcosa in più. È la culla da cui, millenni fa, nacque l’Etna.
Storia dell’Isola Lachea
Isola Lachea fa parte del mini arcipelago delle Isole dei Ciclopi, anzi è la più grande di tutte. Infatti è l’unica su cui cresce abbondante vegetazione e sulla quale si è potuto anche costruire qualche edificio di architettura umana. Oggi ciò non è più possibile perchè dal 1998 l’isola è territorio naturale protetto.
Se si guarda bene l’isola Lachea si nota, specie all’alba e al tramonto con la luce che la colpisce direttamente, che ha tre colori. Nero, bianco e verde. Il nero è il colore della roccia lavica che forma la base dell’isolotto. Il bianco è il colore delle rocce di argilla, nella parte medio-alta. Su tutto cresce il verde della vegetazione.
Questa è la conferma che l’isola è nata emergendo dal mare, grazie alla spinta di una possente eruzione sottomarina che ha letteralmente sollevato il fondale argilloso. Il vulcano che causò questa eruzione era l’antenato dell’Etna, i primi tentativi di quel gigantesco stratovulcano che oggi domina la Sicilia Orientale.
Dalla Lachea nacque l’Etna
Detto così è un po’ troppo semplice. Non è proprio esatto che “dall’isola Lachea nacque l’Etna”, ma i fattori che si incrociano in questo luogo portano dritti al grande vulcano. Tra 700.000 e 500.000 anni fa, infatti, al posto di Aci Trezza e della sua costa sorgeva un immenso golfo, molto più ampio di quello attuale di Catania.
Lo scontro tra le placche europea e africana generò spaccature nei fondali che causarono eruzioni sottomarine proprio intorno a mezzo milione di anni fa. La lava di quelle prime eruzioni sottomarine affiorò in superficie dove oggi sorgono isola Lachea e i faraglioni. Strappò letteralmente il fondale marino argilloso proiettandolo fuori dall’acqua e, quando la roccia si solidificò, divenne tutt’uno con le argille.
Con il tempo, i condotti magmatici cercarono la propria via di uscita spostandosi verso ovest. E i detriti delle loro eruzioni, nel corso di secoli, colmarono il golfo. Si creò così una enorme piattaforma basaltica sopra la quale è cresciuto il vulcano come lo conosciamo noi oggi. Metà della provincia etnea sorge su questa piattaforma e ai piedi dell’edificio dell’Etna, ormai del tutto emerso.
Cosa vedere sull’isola Lachea
Lunga 250 metri, larga 150 e alta 35 metri sul livello del mare, l’isola Lachea è da sempre parte delle cronache e della cultura di questo angolo di Sicilia. I poeti greci e romani la raccontano nelle loro opere come uno “scoglio abitato da capre”. Gli uomini l’hanno sfruttata per millenni, al punto che nel XIX secolo furono ritrovati anche reperti archeologici preistorici. Sempre molto antiche, ma di epoche più recenti, le tombe a grotticella scoperte nel primo Novecento e i resti di oggetti d’uso quotidiano romani.
I pescatori e i sommozzatori catanesi hanno usato l’isola per anni, per i suoi fondali ricchi di pesce e alghe. Ma nel 1998, con la istituzione della Riserva Protetta, l’isola Lachea è semplicemente un luogo di studio protetto da ogni manipolazione umana. Chi va a visitarla deve prima ottenere un permesso dall’Università di Catania. Si può esplorare l’isola solo con la guida di studiosi ed esperti del luogo . Si ammireranno le piante tipiche della macchia mediterranea, gli uccelli (tra cui cormorani, gabbiani e falchi) e soprattutto la lucertola endemica Urozelotes Mysticus, che vive solo qui.
Sull’isola si possono visitare le tombe a grotticella, la grotta del Monaco (pare abitata da un eremita prima dell’anno Mille), una antica cisterna e il museo. Oggi nel museo sono raccolti esemplari e foto della flora e della fauna locale ma anche oggetti antichi ritrovati sull’isola e nei fondali. È possibile inoltre ammirare minerali che raccontano la storia geologica del posto.
Come arrivare
Per arrivare all’isola Lachea si deve arrivare prima ad Aci Trezza, frazione del comune di Aci Castello. Dall’aeroporto di Catania si raggiunge tramite gli autobus delle linee regionali AST o tramite auto a noleggio.
Da Catania, Aci Trezza si raggiunge tramite la Statale 114 Orientale Sicula in direzione Messina. Da Messina, si arriva tramite la stessa SS 114 con circa un’ora di viaggio. Oppure, in meno di un’ora, con l’autostrada A18 Messina-Catania uscendo ad Acireale e immettendosi quindi sulla SS 114, direzione Catania e Aci Castello.
Una volta ad Aci Trezza l’isola si raggiunge a bordo di imbarcazioni private che però, nei pressi delle sue sponde, non devono utilizzare il motore. (FOTO DI GRAZIA MUSUMECI)